Da campionessa di ginnastica a star del porno è un attimo. Questa è la storia di Verona van de Leur, 33enne olandese, che nel 2011 è entrata nell’audace mondo a luci rosse dopo il declino della sua carriera sportiva e tanti guai in famiglia. “Era un’offerta impossibile da rinunciare”, si legge tra le pagine del libro autobiografico “Simply Verona” pubblicato nel 2014 e in questi giorni uscito nella versione in inglese – una tale quantità di denaro che mi avrebbe permesso di avere tutto ciò che avevo sempre desiderato nella vita”. Tre volte d’argento e due di bronzo nei Campionati Europei, poi il declino. A questo punto la decisione di buttarsi nel porno per sbarcare il lunario. Nel 2008 appena 25enne ha incominciato a fare i conti con le inaspettate difficoltà dello sport. La famiglia non la appoggia e lei scappa di casa e li denuncia per appropriazione indebita dei suoi guadagni. Vince la causa ma il denaro finisce presto. Dorme in macchina e non trova una occupazione.
Verona van de Leur, dalla ginnastica al porno
Verona van de Leur in cerca di “svoltare” commette pure un errore che le apre le porte del crimine, ricattando una donna sposata beccata in macchina con l’amante. Le chiede 3mila euro in cambio degli scatti. Dopo la denuncia e l’arresto, la polizia le aveva pure trovato una pistola e, per non farsi mancare proprio niente, anche del materiale pedo-pornografico sul cellulare. Dopo 72 giorni in carcere, un avvocato è riuscito a tirarla fuori. Nel 2011, un’offerta “impossibile da rifiutare” con l’ingresso nel mondo del porno. Dopo 8 anni invece, la voglia di ricominciare nella ginnastica, nonostante la freddezza della Federazione olandese per colpa del suo passato complesso. “Mi hanno offerto una tale quantità di denaro che non potevo rifiutare l’invito a entrare nel porno. Negli ultimi otto anni ho lavorato come camgirl e come attrice in film hard”, ha raccontato. Ora però, si vuole “redimere”: “Voglio tornare a praticare ginnastica ma la Federazione Olandese non mi vede di buon occhio per via del mio passato”.