LE PAROLE DI LANDINI
Maurizio Landini ha rilasciato alcune dichiarazioni in tema di riforma pensioni che sono state raccolte da alanews.it. “Sulle pensioni chiediamo che il tavolo che abbiamo conquistato nei prossimi giorni prenda la strada di una vera riforma strutturale della legge Fornero, perché questa è l’esigenza che c’è”, ha detto il Segretario generale della Cgil, evidenziando che occorre “fare in modo che ci sia un sistema che garantisca uguaglianza riconoscendo le differenze di genere che esistono e che in questi anni hanno penalizzato doppiamente le donne”. Per Landini occorre che nella manovra ci siano “i primi segnali che vanno in questa direzione, che riguardano sia l’inserimento della norma sul part-time verticale, sia un allargamento dell’Ape sociale, sia allo stesso tempo la definizione di un percorso certo per una legge sulla non autosufficienza. Come noto c’è un nostro giudizio di insufficienza rispetto al problema di rivalutazione generale delle pensioni. E su questo proprio sabato ci sarà una manifestazione unitaria a Roma dei sindacati dei pensionati”.
QUOTA 100 PER MENO DI 100.000 DONNE
Secondo le stime della Cgil e del suo patronato Inca, la riforma pensioni con Quota 100 sarà utilizzata, alla fine del 2021, da poco più di 341.000 persone. Si tratta di un dato decisamente più basso rispetto alle 973.000 unità stimate dal Governo giallo-verde. In ogni caso saranno meno di 100.000 le donne che riusciranno a usufruire di Quota 100. Il dato è stato presentato nel corso di un’iniziativa organizzata presso la sede nazionale della Cgil proprio per affrontare il tema della disparità di genere presente nel sistema pensionistico. “La ricerca stima che nel periodo 2019-2021 oltre 43.500 donne usciranno con Quota 100 nel settore privato e più di 56.200 nel settore pubblico. Il resto della platea coinvolta è rappresentato da uomini (oltre 214mila)”, si legge sul sito di Rassegna sindacale, dove si ricorda che “per la Cgil è necessario riconoscere il lavoro delle donne e valorizzare quello di cura, come richiesto dai tre sindacati confederali nella piattaforma unitaria, ed è tempo di ottenere risposte concrete per superare la riforma Fornero, dando così un futuro pensionistico ai giovani, alle donne e ai lavoratori gravosi”.
QUOTA 100, SUPERATE LE 200.000 DOMANDE
Le domande per accedere a Quota 100, la novità di riforma pensioni introdotta lo scorso anno, hanno superato le 200.000 unità. Secondo i dati dell’Inps aggiornati all’11 novembre, riportati da fanpage.it, le richieste sono state 201.022. Il dato non è ovviamente relativo alle domande accolte, ma in ogni caso è inferiore alle stime del precedente esecutivo. A livello territoriale, Roma è la città da cui arrivano più domande, seguita da Milano, Napoli, Torino, Palermo, Bari e Catania. In fondo a questa classifica ci sono invece Aosta, Fermo e Sondrio. Circa 84.000 richiedenti hanno tra i 63 i e i 65 anni, mentre sono 80.000 quelli under 63 anni e 36.000 gli over 65. Le donne sono invece solamente 52.000, a conferma di come, senza correttivi, Quota 100 risulti un canale di accesso alla pensione piuttosto precluso alla platea femminile. Nel complesso i dipendenti pubblici che hanno presentato domanda sono circa 61.500, mentre quelli del comparto privato superano le 71.600 unità. Artigiani e commercianti sono invece circa 18.000.
LA PRIORITÀ ESODATI
In tema di riforma pensioni, come noto, secondo Pasquale Tridico, se verranno spese meno risorse rispetto a quelle stanziate per Quota 100, i risparmi dovrebbero essere utilizzati nel settore pensionistico. Gabriella Stojan, commentando queste dichiarazioni insieme a quelle di Cesare Damiano sulla pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi, fa presente che sarebbe prioritario che le eventuali risorse vengano utilizzate “per sanare l’ingiustizia pregressa degli esodati tuttora esclusi da qualunque salvaguardia per i quali sarebbe sufficiente una quota veramente esigua di risorse previdenziali da allocare nell’attuale Legge di Bilancio 2020. Come esigua è la loro residuale platea che è inaccettabile venga ancora e sistematicamente messa da parte e dimenticata dai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, che hanno trattato gli ultimi esodati non come persone in carne e ossa vittime di un dramma, di cui lo Stato italiano si dovrebbe vergognare, ma come numeri di poca importanza che non meritano attenzione”.
TRIDICO: QUOTA 100 HA IMPATTO SU OCCUPAZIONE
Pasquale Tridico, intervistato dal Corriere della Sera, ha risposto alle critiche che arrivano alla riforma pensioni con Quota 100 e all’impatto sull’occupazione. “I pensionati che accedono a Quota 100 sono per il 70% persone che lavorano e di questi la metà nel settore pubblico, dove la sostituzione tra chi va in pensione e nuovi assunti è del 100%, e serviva svecchiare. In Inps, per esempio, abbiamo assunto 3.500 persone a luglio e altre 2.100 le assumeremo nei prossimi mesi. Nel privato solo un terzo dei pensionati con Quota 100 era beneficiario di Naspi o altri strumenti di sostegno al reddito, cioè non lavoratori, ai quali abbiamo comunque offerto una prospettiva rispetto a condizioni di pensionamento che erano troppo rigide”, ha detto il Presidente dell’Inps, che ha anche bocciato l’idea di allungare le finestre per il pensionamento così da trovare risorse per cancellare la plastic tax con queste parole: “La protezione ambientale deve diventare una battaglia culturale prima che politica, farla con i rimasugli di Quota 100, sarebbe mortificante”.
QUOTA 100, TESORETTO DA 2 MLD PER CONTE
Secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte potrebbe avere a disposizione un “tesoretto” da 2 miliardi di euro derivanti dai risparmi di Quota 100. La misura di riforma pensioni varata l’anno scorso potrebbe quindi venire in soccorso del Premier come “strumento di mediazione nei confronti di chi, vedi Italia Viva, ma anche il M5s, non sopporta nuove forme di tassazione che pure vanno sotto la voce ‘Promuovere una maggiore sostenibilità dell’ambiente’”. Considerando le domande pervenute finora per Quota 100 all’Inps “addirittura ci si spinge a ritenere che nel 2020 si potrebbero risparmiare anche 3 miliardi”. Il Governo potrebbe quindi cancellare le micro-tasse che più stanno causando problemi nella maggioranza tramite il “congelamento” dei risparmi che si prevede arriveranno da Quota 100. Una soluzione a livello tecnico simile a quella utilizzata la scorsa estate, quando l’esecutivo Conte-1 si era trovato nelle condizioni di usare i risparmi di Quota 100 e Reddito di cittadinanza per evitare la procedura d’infrazione europea.
GLI INTERVENTI PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
In tema di riforma pensioni va segnalato quanto detto da Francesco Giacobbe in occasione della riunione Intercomites Australia svoltasi a Canberra. Nel suo intervento, il Senatore del Partito democratico, secondo quanto riporta hashtagsicilia.it, ha detto: “Siamo ad un bivio innanzitutto dobbiamo abbandonare il concetto di tutela dei nostri connazionali all’estero ed affrontare i temi che riguardano le nostre comunità parlando di diritti di cittadinanza e valorizzazione delle Comunità stesse. Fra i diritti di cittadinanza, penso ai servizi consolari, alle pensioni, all’assistenza sanitaria in Italia per gli iscritti Aire, al riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa prima del 1992, a nuovi meccanismi previdenziali per i lavoratori che si spostano da un Paese all’altro, più attenzione alle esigenze dei giovani di ieri che oggi sono in età avanzata. In merito alla valorizzazione penso, ad investimenti in lingua e cultura per stabilire rapporti e relazioni atte a promuovere il Sistema Italia”. Per Giacobbe quindi occorre guardare anche ai pensionati residenti all’estero.
RIFORMA PENSIONI, I RISPARMI DI QUOTA 100
Su Econopoly, il blog del sito del Sole 24 Ore, Andrea Gorga ha scritto un articolo a nome del think tank Tortuga sulla riforma pensioni con Quota 100, evidenziando che è difficile stimare quali potrebbero essere i risparmi di spesa in caso di abolizione della misura pensionistica varata lo scorso anno e “dalle nostre simulazioni sembra difficile che si possa superare il miliardo di euro per il prossimo anno”. “È perciò evidente che non si può abolire quota 100 con lo scopo di reperire risorse economiche. Se così fosse, il governo si troverebbe una brutta sorpresa per gli scarsi risparmi. Gran parte del danno alla sostenibilità del sistema previdenziale è infatti irrecuperabile”, aggiunge Gorga, dando quindi un’indicazione utile a quanti, tra le file della maggioranza e dell’opposizione, sostengono l’opportunità di cancellare Quota 100 per avere risorse da stanziare per altre misure.
L’IPOTESI DI UNA PENALIZZAZIONE
Semmai, “una delle questioni più preoccupanti è lo scalino di cinque anni tra chi andrà in pensione nel 2021 e chi ci andrà invece nel 2022”, visto che potrebbe esserci la richiesta di “rendere più morbida la transizione”. E “se i partiti al governo tra due anni dovessero cedere alle probabili pressioni e decidere che il valore politico di un simile intervento può giustificarne l’adozione, ci ritroveremo nuovamente a discutere ulteriori misure che gravano sul sistema previdenziale”. Per Gorga ci si potrebbe già muovere quest’anno con una restrizione dei requisiti pensionistici o rendendo Quota 100 strutturale, ma con la previsione di una penalizzazione sul futuro assegno.