Willie Peyote ad Una Storia da Cantare propone una versione inedita e rivisitata del Bombarolo. Enrico Ruggeri prende parola e fa una doverosa premessa: “Nel testo c’è questo impiegato che si trasforma in un Bombarolo ma non riesce a far male a nessuno, solo a se stesso. Ma appunto, come dice Willie Peyote, la rabbia di allora non è quella di oggi”. Cala la luce all’Auditorium di Napoli, parte la musica: la scena è tutta per Willie Peyote. L’artista, attesissimo questa sera, propone una versione 2.0 del Bombarolo. “Sei stato bravissimo”, commenta Dori Ghezzi. Enrico Ruggeri ha perso la voce e si complimenta con il suo ospite per Il Bombarolo. E’ stata una bella rivisitazione, una delle più attese della serata. Sui social il riscontro è positivo: “Willie Peyote ha reinterpretato una canzone”, scrive un utente. “Bella questa versione”, commenta un altro telespettatore. “Che fuoriclasse”, cinguetta su Twitter un internauta. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Willie Peyote attesissimo ad Una Storia da Cantare
Willie Peyote è uno degli ospiti della prima puntata di “Una storia da cantare“, lo show condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero da sabato 16 novembre su Rai1. Quale occasione migliore per promuovere il nuovo disco di inediti dal titolo “Iodegradabile” anticipato dal singolo “La tua futura ex moglie” che è già un grandissimo successo di critica e pubblico. La conferma arriva dal diretto interessato che, intervistato da TGCom ha detto: “prima che un disco esca, penso sempre che se avrà il favore della critica poi non piacerà al pubblico, ma stavolta siamo riusciti a trovare una quadra per tutto. Io cerco sempre di soddisfare le aspettative, più la gente si aspetta qualcosa da me, più cerco di essere all’altezza delle aspettative”. Un lavoro importante a cui ha lavorato tanto, anche se l’obiettivo di Willie è quello di far arrivare agli ascoltatori “la capacità di metterci in discussione, di avere dei dubbi, eventualmente di cambiare idea. In un’epoca in cui è tutto diviso a compartimenti stagni, è un costante palio di Siena tra tifoserie avversarie su qualunque argomento. Mi piacerebbe che le persone facessero un passo indietro e si facessero qualche domanda in più, invece di avere tutte queste certezze”.
Willie Peyote e la politica: “non faccio discorsi partitici”
Non solo l’amore nei testi delle canzoni di Willie Peyote che nell’ultimo album “Iodegradabile” parla anche di politica. Il rapper torinese però ci tiene a precisare una cosa: “Io parlo di politica ma non faccio discorsi partitici. La politica fa parte di noi e influenza tanti aspetti della nostra vita. Se non parli di politica vuol dire che non sei interessato alla tua stessa vita, Ritengo che la vita sia troppo breve per non prendere posizione, per non impegnarsi a cambiare il mondo, ognuno come può”. Poi il rapper cita il grade Gaber dicendo: “la “libertà è partecipazione”. Vorrei che tutti fossimo meno impauriti di dire la nostra, quando la nostra posizione è impopolare. E’ facile prendere posizione quando tutti sono d’accordo con te. Abbiamo visto l’anti salvinismo di facciata che ha aiutato solo a vendere i biglietti…”. Una cosa è certa, le canzoni di Willie parlano anche di amore, anche se in maniera del tutto originale: “non vedo perché dovrei raccontare una storia a lieto fine quando non ne conosco una. Non sono una persona contraria all’amore, anzi. Magari mi fa un po’ paura perché tende a finire, ma non ho mai avuto paura come in questo disco di dire di essere innamorato” per poi precisare “Tutto quello che scrivo è autobiografico”.
Willie Peyote e Torino: “L’educazione sabauda è parte di me”
Oltre alla politica e al tema dell’amore, il nuovo album di Willie Peyote parla anche tanto di Torino, la città che ha dato i natali al rapper. “L’educazione sabauda è parte di me” – ha dichiarato a TgCom il rapper – “ha significato e tuttora significa prendersi poco sul serio, eppure essere sempre seri sul lavoro. L’ho appreso anche dalla mia famiglia Il lavoro nella mia famiglia è importante. Mi piace lavorare. Non ho paura di far fatica. Ma ho la fortuna di fare un mestiere che mi piace. Miro sempre a migliorarmi, ma sono già contento così perché ho realizzato gran parte dei miei sogni. Se penso al ragazzino adolescente che voleva fare questo nella vita ho già soddisfatto le sue più rosee aspettative..”.