Giovanna Cristina Vivinetto licenziata perchè transessuale. La donna, 25 anni, oltre che fare la scrittrice (ha vinto il Premio Viareggio opera prima per la poesia “Dolore minimo”) fino a qualche settimana fa era anche una professoressa. Peccato però che dopo appena nove giorni di lezione di Italiano presso l’Istituto Kennedy di Roma le sia stato dato il benservito senza particolari spiegazioni. Ora però, Giovanna torna a parlare della vicenda tramite un video pubblicato su change.org e condiviso sul suo profilo Facebook in cui spiega: “Insegnare è la passione della mia vita ma questo sogno è stato spezzato qualche settimana fa, quando sono stata licenziata ingiustamente dall’Istituto Kennedy per discriminazione di genere”. Sul caso aleggia purtroppo lo spettro della discriminazione di genere. Giovanna, nel filmato, ha voluto ringraziare tutti per la grande solidarietà che le è stata dimostrata e che ha portato ad oggi a oltre 14mila firme raccolte sul portale in seguito all’avvio della petizione online per l’ingiusto licenziamento.
GIOVANNA VIVINETTO, PROF TRANSESSUALE LICENZIATA “CAUSA ALLA SCUOLA”
Sin da piccola Giovanna Vivinetto ha coltivato il sogno di insegnare, anche per via della sua famiglia in cui ci sono docenti, tra cui la madre che insegna in una scuola dell’infanzia. “Sin da piccola mi sono rapportata a questa realtà che è stata per me il punto di arrivo di tutta una serie di studi”. Eppure quel sogno è stato spezzato in seguito al licenziamento per discriminazione perchè trans. “Questo mi ha causato un grandissimo shock, non riuscivo a capire come mai tutto questo fosse successo a me e per molti giorni mi sono sentita colpevole, come se il problema fossi io”. Nonostante questo, Giovanna non vuole rinunciare ai suoi sogni ma anzi vuole che questa storia raggiunga il maggior numero di persone possibili. “Voglio andare fino in fondo a questa storia e non soltanto per me. Ormai è tutto nelle mani dell’avvocato Silvia Claroni e presto partirà la citazione in giudizio per licenziamento illegittimo e discriminazione di genere, ma anche sul fatto che hanno screditato la mia immagine di scrittrice: è stato detto che non sapevo spiegare, che ero confusa e addirittura “troppo poeta” per fare l’insegnante”, ha aggiunto. Corriere.it ha contattato l’istituto scolastico incriminato che però ha preferito trincerarsi dietro un “no comment”.