I vecchi capolavori della Disney, i cosiddetti classici, sono politicamente scorretti. A comunicarlo è stata la stessa multinazionale americana, e lo ha fatto in occasione del lancio della nuova piattaforma streaming Disney+. Il portale video, disponibile per ora negli Stati Uniti, in Canada e nei Paesi Bassi, è stato inaugurato ufficialmente lo scorso 12 novembre, martedì, e ha toccato quota 10 milioni di abbonati nel giro di 24 ore. In poche parole, pagando un tot al mese, si può avere a disposizione l’intera collana di film della Disney e l’obiettivo del colosso a stelle e strisce è quello di provare a rubare clienti a Netflix, il re indiscusso del settore. Fatta questa postilla, come scoperto dai colleghi di Agi, la Disney ha aggiunto un messaggio all’inizio di numerosi film prodotti in passato, in cui si legge: “Questo programma è presentato come originariamente creato. Può contenere rappresentazioni culturali obsolete”.
FILM DISNEY CON CONTENUTI SCORRETTI: I CASI DI DUMBI E DI LILLY E IL VAGABONDO
Il motivo è semplice: svariati capolavori prodotti nel ‘900 dalla stessa azienda di cartoni animati nacquero in un contesto politico e culturale completamente differente rispetto a quello attuale, di conseguenza, scene che all’epoca non erano “scomode”, ora lo sono. La stessa Agi cita ad esempio il caso del cartone “Dumbo – L’elefante volante”, dove i corvi del film sono stati disegnati con addosso gli abiti delle comunità afroamericane del tempo, e chiamati con il nome di “Jim Crow”, con riferimento alle leggi sulla segregazione razziale in quel momento in vigore negli Stati Uniti. Oppure, in un altro capolavoro Disney come “Lilly e il vagabono”, i gatti siamesi parlano con un accento fortemente orientale. Una serie di situazioni che ha appunto indotto la stessa azienda a tutelarsi con un messaggio, senza comunque intervenire sul prodotto originale. Modifiche sono state invece fatte nell’adattamento in live action, come ad esempio nello stesso Dumbo di Tim Burton, con la storia modificata, personaggi eliminati e un incasso non proprio da record.