Tra Manovra e Ilva il Governo vive settimane di tensione e crisi, con i consensi nei sondaggi politici che sono inevitabilmente una conseguenza diretta delle liti interne tra Pd, M5s, LeU e Italia Viva: osservando i sondaggi politici Termometro dello scorso 15 novembre sull’ormai famoso dossier ArcelorMittal-Ilva, il 16,1% è convinto che il Governo Conte-2 potrebbe addirittura cadere sotto il peso della crisi a Taranto visto che «c’è un’opposizione ideologica in una parte della maggioranza che è irrisolvibile». Osservando le altre risposte ai sondaggi presentati a Coffee Break, l’8,3% è convinto che il Conte-bis potrà cadere per le istanze del M5s, «giustamente una parte della maggioranza non può permettere una resa tale di fronte alla multinazionale». La larga maggioranza crede che però per arrivare fino a nuove Elezioni ci voglia ben altro – Manovra e Elezioni Regionali, le prime due “incognite” che avanzano anche altri sondaggi politici -: per il 32,3% «alla fine si troverà un compromesso ragionevole», mentre il 36% ritiene che alla fine una parte cederà all’altra per paura di andare al voto.
IPSOS (18 NOVEMBRE): CRISI EX ILVA E NAZIONALIZZAZIONE
Ieri sera ArcelorMittal ha annunciato di voler “seguire” l’invito dei giudici di Milano non spegnendo per il momento gli altoforni di Taranto, rallentando così la crisi imminente che avrebbe potuto scatenarsi con la chiusura degli impianti: guardando i sondaggi politici stilati da Ipsos sulla crisi dell’ex Ilva si può però scoprire come a differenza di qualche giorno fa, l’elettorato ad oggi creda di più al Governo giallorosso piuttosto che agli industriali indiani di ArcelorMittal. A domanda “secca” posta dall’istituto demoscopico di Nando Pagnoncelli, «dopo l’annuncio del ritiro di Arcelormittal seguito dall’abolizione dello scudo penale, secondo lei..» la ragione per ArcelorMittal viene scelta solo dal 23% degli elettori, «non si investe in un Paese in cui le norme cambiamo di colpo». Per la maggioranza però, il 45%, la ragione è dalla parte di Pd e M5s: «Mittal usa la scusa dello scudo penale per cercare di liberarsi di un investimento che non ritiene più redditizio». Interessante anche la possibile conseguenze della crisi di Ex Ilva, ovvero la nazionalizzazione proposta da alcuni ambienti della maggioranza: il 32% è a favore, il 34% contrario, il restante 34% non sa/non indica. Entrando però nelle pieghe dei singoli bacini elettorali, i sondaggi Ipsos mostrano come il 41% della Lega, il 36% del Pd, il 44% del M5s e il 39% di FdI-FI siano concorsi con l’opzione di nazionalizzare l’ex Ilva per salvarla.
SWG (18 NOVEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO
Come ogni lunedì sera, i sondaggi politici presentati da Swg al TgLa7 di Enrico Mentana rappresenta il vero “starter” politico della settimana: ebbene, sconvolgimenti non ve ne sono ma un doppio campanello d’allarme è suonato in casa dei “due” Matteo. La Lega perde lo 0,5% in una sola settimana ed è costretta a fermare la propria avanzata al 34%: se dunque Salvini può comunque consolarsi con il primo confermassimo posto nelle intenzioni di voto settimanali, non può certo essere soddisfatto Renzi con Italia Viva data in caduta in soli sette giorni. Il Governo si conferma in difficoltà, anche se il M5s prova a rialzare la china dopo i crolli di queste settimane: il dramma dell’ex Ilva pesa ancora, la subalternità al Pd e al Premier Conte prosegue, eppure Di Maio riguadagna dal 15,8% fino all’attuale 16,2% su scala nazionale. Il Partito Democratico invece a sua volta perde terreno, con una lieve emorragia di voti passata ai colleghi di Governo del M5s: 18,3% nei sondaggi politici di Swg e difficoltà importanti nei giorni in cui tra maltempo, Ilva e Manovra la situazione ha pesato, non vedendo giovare la “svolta a sinistra” dell’ultima kermesse di Bologna con i “nuovi” temi rilanciati (Ius Soli e cancellazione dei Decreti Sicurezza di Salvini).
SONDAGGI SWG (18 NOVEMBRE): CROLLO RENZI, -0,6%
Ad un Pd che si rilancia ma non convince, fa da contraltare un’Italia Viva che al 5% perde secco uno 0,6% in soli sette giorni: i sondaggi politici di Swg mostrano infatti una crisi sostanziale del Centrosinistra che si allarga anche alle recenti difficoltà del M5s tutt’altro che in forma a quel minimo 16%. Di contro però, viaggia meglio la compagine di sinistra “radicale”, forse spinta anche da quel movimento nato sui social contro Salvini e l’avanzata della Lega in Emilia Romagna definito delle “sardine”. Sinistra-Mdp al 3,3%, Verdi al 2,3%, +Europa all’1,7%, tutti anti-Lega e tutti cresciuti negli ultimi giorni. Chiudiamo le intenzioni di voto con i restanti partiti del Centrodestra, ancora una volta in piena corsa e in vantaggio sul Governo Conte-2: se la Lega rallenta un attimo, Fratelli d’Italia resta salda al 9,5% mentre Forza Italia guadagna addirittura dal 6,2% di una settimana fa all’attuale 6,4%.