Marco Bava, grande amico di Edoardo Agnelli, è stato ospite presso gli studi di Storie Italiane per parlare del suicidio del figlio dell’Avvocato. Nelle sue parole al programma di Rai Uno ha svelato un dettaglio decisamente interessante, ovvero, il fatto che l’indagine sia stata riaperta, notizia sorprendente visto che nessuno ne era a conoscenza prima d’ora. “Io ho fatto numerosi esposti – le parole di Bava in collegamento in diretta televisiva – e a me risulta che l’indagine sia stata riaperta da circa un anno. Le cose sono state approfondite anche attraverso le inchieste giornalistiche. Io sono stato interrogato a dicembre del 2018, nell’ambito di un procedimento quindi posso confermarvi la riapertura dell’indagine”. Il magistrato Sabella, presente in studio a Storie Italiane, invita a prendere con le pinze le dichiarazioni: “Oggi, dire che è stata aperta un’inchiesta mi sembra un po’ azzardato”. Ovviamente sono attese conferme o smentite in merito alle parole di Marco Bava, che noi abbiamo semplicemente ascoltato dal programma Rai.
EDOARDO AGNELLI E IL MISTERO DELLA MORTE
Pochi giorni fa, il 15 novembre, ricadeva il 19esimo anniversario della morte di Edoardo Agnelli. Il figlio dell’avvocato Gianni scomparve infatti nel 2000, una morte che non è mai stata chiarita fino in fondo. L’Ansa, alle ore 13:24 di quel giorno tremendo di quasi due decadi fa, batteva la notizia come un pugno nello stomaco: “Edoardo Agnelli, 46 anni, figlio del senatore a vita Giovanni Agnelli, è stato ritrovato cadavere sul greto del torrente Stura lungo l’autostrada Torino-Savona, sotto il viadotto “generale Franco Romano”. Appena giunse sul luogo del ritrovamento del cadavere, l’allora procuratore capo di Mondovì, Riccardo Bausone, dichiarò ai microfoni del Corriere della Sera: “Non ho le prove inoppugnabili per affermare che si tratti di suicidio. È una delle possibilità che stiamo vagliando. Le altre due sono: malore e omicidio”.
EDOARDO AGNELLI CADUTO DA 80 METRI: I MOCASSINI…
A quel punto scattò il giallo dell’autopsia: stando a quanto scritto da numerosi organi di informazione in questi giorni, fra cui Il Fatto Quotidiano, l’autopsia non venne mai fatta, con gli inquirenti e i medici che si accontentarono di un “esame a vista”, ma ai quotidiani venne però detto che l’esame autoptico venne invece portato a termine: perché? Solamente a settembre del 2010, ben dieci anni dopo la morte di Edoardo Agnelli, lo stesso magistrato spiegherà dopo la messa in onda di una trasmissione tv di Giovanni Minoli: “L’autopsia non fu eseguita, anche se allora fu detto fosse stata fatta”. Sulla vicenda ha indagato a lungo e continua a farlo il giornalista Antonio Parisi, con il libro presentato in questi giorni “Gli Agnelli. Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato il Novecento italiano”. Moltissimi gli aspetti poco chiari, come ad esempio lo stato del corpo, ritrovato praticamente intatto e con i mocassini ai piedi, nonostante lo stesso fosse caduto da un viadotto alto 80 metri. Poco chiaro anche l’orario di ritrovamento, con un testimone che raccontava di aver visto il cadavere di Agnelli già dalle 8:00, mentre dalle risultanze, l’orario della scoperta risulta essere attorno alle 10:00. L’indagine fu archiviata, nonostante questi dettagli.