Non si placano le polemiche tra Giorgia Meloni e il Movimento 5 Stelle. Dopo la gaffe social, con tanto di attacco grillino, la leader di Fratelli d’Italia ha tenuto a ribadire in un post su Facebook: «Comunico al Movimento 5 Stelle che non ho sbagliato giorno. Ribadisco che in Parlamento – al contrario loro – vado quasi tutti i giorni, anche se non si vota. A lavorare. Invece, i Cinquestelle confermano di venire in Parlamento solo quando si vota (PERCHÉ ALTRIMENTI TAGLIANO LORO LO STIPENDIO) cioè mediamente due/tre giorni la settimana. E tutti gli altri giorni che fanno? Misteri del grillismo». Francesco D’Uva ha invece replicato ad un altro passaggio delle dichiarazioni dell’ex ministro, legato al Reddito di cittadinanza: «Giorgia Meloni ne ha appena sparata un’altra: vuole cancellare il Reddito Di Cittadinanza. Ma Fratelli d’Italia non era la destra sociale? Non erano quelli attenti agli ultimi? #IoSonoGiorgia e penso solo a chi ha i soldi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GIORGIA MELONI, SELFIE E GAFFE SOCIAL
Giorgia Meloni e la viralità, ormai la leader di Fratelli d’Italia ci ha preso gusto ma stavolta non è il tormentone “Io sono Giorgia, Genitore 1 e Genitore 2” a spopolare sui social, bensì una mezza gaffe scatenata dopo un suo selfie stamattina in Transatlantico in Parlamento. Nasce tutto dalla foto che trovate qui sopra, apparsa su Facebook con il post di scherno-denuncia dell’ex Ministro dei Giovani «Ops, transatlantico deserto. Perché oggi non si vota e a chi manca non decurtano lo stipendio e non viene segnata come assenza. Tutti a casa di giovedì i moralizzatori grillini? Dai mi sento sola venite a farmi compagnia, assenteisti! Capito perché il M5S ha bocciato la proposta di Fratelli d’Italia per fare timbrare il cartellino ai parlamentari?». Il post era propedeutico a lanciare i circa 500 emendamenti di Fratelli d’Italia alla Manovra 2020, ma la Meloni viene subito “strigliata” dai colleghi M5s, chiamati in causa. «Ciao Giorgia, io cambierei chi ti gestisce il calendario altrimenti non si spiega il tuo 27% di presenze in aula…se vuoi lavorare ci trovi al quarto piano di Montecitorio nelle varie commissioni», replica subito il collega deputato Paolo Giulidori.
GIORGIA MELONI ATTACCA MANOVRA E REDDITO DI CITTADINANZA
A corredo dello scherno contro la Meloni, il deputato grillino aggiunge sempre su Facebook «Io sono Giorgia e non conosco il calendario dei lavori». A dar manforte alla contro-presa in giro della leader di FdI ci pensa anche la deputata grillina Yana Chiara Ehm, «Ciao Giorgia, io sono in viaggio verso Vienna per partecipare all’incontro annuale dell’ICMPD e parlare di immigrazione. Ci vediamo lì? No perché nella lista dei partecipanti non ho visto nessuno di FDI. Un tema tanto caro a voi, no?». Più freddo e meno “ironico” invece Davide Aiello che attacca «Siamo nelle commissioni parlamentari a lavorare non come fai tu ad oziare in transatlantico. Ci vediamo lunedì in aula». Lo scontro tra FdI e M5s poi è proseguito su toni decisamente più seri e lontani dalla viralità social: Giorgia Meloni ha presentato i diversi emendamenti lanciati da Fratelli d’Italia contro la Manovra di Bilancio del Governo Conte-2, spiegando come quella legge si tratta di una «dichiarazione di guerra contro chi produce e lavora, non c’è niente che riguarda la crescita, la creazione di posti di lavoro. È una manovra della sinistra che crea deficit, mette nuove tasse e non ci sono investimenti». La bordata è tenuta poi verso la fine della conferenza stampa dal Transatlantico, «Le tasse aumenteranno di 6 miliardi per il 2020, di 11 l’anno successivo, la plastic tax è Iva nascosta, perché aumenterà il costo del prodotto. Si fa cassa”, conclude, “facendo finta di fare cose utili». Su questa scia arriva la proposta che verrà rilanciata in Parlamento, «La proposta di Fratelli d’Italia e’: deficit al 3% per gli investimenti, allo 0% per la spesa corrente, per noi va bene fare deficit ma per gli investimenti, non per coprire la spesa corrente. Ci sono soldi spesi in deficit per pagare il reddito di cittadinanza e altre marchette elettorali»; per la Meloni il RdC va abolito, senza se e senza ma.