Il ministro della Difesa francese Florence Parly ha visitato la base navale di Camp Peace nel porto di Abu Dhabi a Port Zayed, aperta nel 2009, che si trova proprio di fronte alle acque del Golfo Persico vicino al nuovo Louvre Abu Dhabi, che Macron ha inaugurato il 7 novembre. Dal punto di vista geografico la posizione dell’infrastruttura militare è strategica poiché si trova nello stretto di Hormuz, snodo centrale per il commercio petrolifero a livello globale.
Al di là del dato squisitamente geografico, dobbiamo domandarci quale importanza rivestono a livello politico questo due visite allo scopo di comprendere il ruolo che svolge, e che intende svolgere, la Francia nel Golfo.
Se ufficialmente, sotto il profilo militare, lo scopo della visita del ministro francese è quello di contrastare il terrorismo islamico e la pirateria nel Golfo Persico – promossa dall’Iran – oltre che di consolidare le relazioni politiche e militari con gli Emirati Arabi Uniti, queste due visite – quella del ministro della Difesa e quella di Macron -, fatte entrambe nel mese di novembre, hanno in buona sostanza tre scopi: il primo quello di attuare una politica di deterrenza credibile in ambito europeo per garantire la libertà di navigazione nel Golfo (si veda a tale proposito anche la politica di potenza di Macron nell’ambito dell’AI e nel contesto spaziale) presentandosi come un paese leader nel contesto europeo in aperta competizione con il Regno Unito, approfittando della uscita inglese dalla Ue; il secondo quello di ridimensionare la politica di potenza americana nel Golfo.
Il terzo obiettivo di Macron, sotto il profilo del soft power, con l’inaugurazione del Louvre (sottolineiamo fra l’altro che Abu Dhabi ha accettato di pagare 525 milioni di dollari alla Francia per l’uso del nome “Louvre” per i prossimi 30 anni oltre ad altri 750 milioni di dollari per assumere manager francesi destinati a supervisionare le 300 opere d’arte) è quello di rafforzare la politica di potenza francese nello scacchiere mediorientale attraverso la cultura come strumento di influenza.
Inoltre – seppure indirettamente – queste due visite consolidano gli stretti rapporti tra la Total e la compagnia petrolifera di Abu Dhabi. Guarda caso proprio il 13 novembre le due compagnie hanno siglato un accordo di cooperazione che prevede l’utilizzo di droni francesi che saranno in grado di individuare ulteriori giacimenti di petrolio e di gas attraverso immagini in 3D e 4D.
Infine un altro aspetto da sottolineare relativo all’influenza francese sotto il profilo militare in Medio oriente, al di là delle visite ufficiali citate, è relativo al sostegno militare che la Francia nella guerra dello Yemen ha dato sia all’Arabia Saudita che agli Emirati, come rivelato da una inchiesta del sito francese Disclose.