Sondaggi: un governo nato con scarsi auspici (il 30% dei consensi, quando il governo Renzi nacque con una fiducia del 46%) che si arrabatta a sopravvivere non solo politicamente, ma con tanti guai: Ilva, Alitalia, Mes, manovra. È l’immagine che ci dà Fabrizio Masia, direttore generale e partner Emg Acqua (Marketing & Opinion Research) della situazione italiana. Oggi la fiducia a questo governo è scesa ancora, è al 24%, mentre Matteo Salvini è intoccabile in cima alla classifica dei preferiti con il 41% con Giorgia Meloni in continua ascesa, adesso al 33%. Ecco cosa ci ha detto nel dettaglio.
Quanti italiani hanno fiducia nel governo?
In questo momento siamo attorno al 24%, una fiducia non straripante. Ma va tenuto conto che quando il governo si è insediato era attorno al 30%. Se pensiamo che il governo Renzi quando si insediò godeva della fiducia del 46% degli italiani, vediamo che questa coalizione è colpita da uno scetticismo generale.
Quali sono i problemi che tolgono consenso al governo? Ilva, Alitalia, dissesto idrogeologico, manovra…
Sono tutte queste cose messe insieme. Al di là di fatti specifici, quello che giunge all’opinione pubblica è un insieme di cose che in realtà sono affrontate dai partiti con annunci vari, ma che faticano a trovare convergenza. Non si vedono gli sbocchi, ad esempio, nei casi Ilva e Alitalia. Il cittadino non entra nei dettagli delle situazioni, sente distrattamente che ci sono istanze a cui si fa fatica a trovare soluzioni.
Insieme al consenso per il governo, è sceso anche quello per il premier Conte?
No, rimane tutto sommato di buon livello, il 33%. Qualche mese fa Conte sfiorava il 50% ma perché intercettava il consenso dei 5 Stelle, di buona parte della Lega e di tanti elettori che non vanno al voto ma lo vedevano come una figura distinta e un efficace comunicatore. Dopo agosto Conte è diventato presidente di una parte e ha perso il consenso dei leghisti.
Chi è l’opposizione? Si identifica in tutto il centrodestra o in Salvini soltanto?
Il quadro delle maggioranze e delle opposizioni è diverso a seconda di come si applica la legge elettorale. Allo stato attuale abbiamo una legge in parte proporzionale ma con una logica maggioritaria. È ovvio che ci vogliano aggregazioni più ampie possibili per conquistare più seggi. Inevitabilmente la Lega che vale il 33% e Fratelli d’Italia che è attorno al 10% questa ipotetica alleanza vincente la possono già garantire, meglio ancora se c’è Forza Italia che è sul 7%.
Come leader invece Salvini e Giorgia Meloni salgono o scendono?
Salvini conserva la leadership assoluta fra tutti, è al 41%, il dato più alto in assoluto. Giorgia Meloni è al 33%, ma ha un bacino potenziale di elettorato che potrebbe ancora crescere. Ricordiamoci che all’esordio Fratelli d’Italia nel 2013 aveva preso l’1,9%.
A cosa si deve questo successo, sono forse elettori di Forza Italia che sono andati con FdI?
Sì, in gran parte arrivano da lì, ma in parte anche dai 5 Stelle. Il M5s è oggi un partito con una morfologia composita, tanta parte del suo elettorato non è collocato politicamente. C’è una parte di sinistra e una parte di destra che con la nascita del governo giallorosso si è rivolta a Lega e Fratelli d’Italia. In Umbria la Meloni ha preso il 10,4%, è parecchio per una Regione considerata da sempre rossa.
Il M5s tiene? Dove? Al Nord o più al Sud?
Dopo il rinnovato sodalizio a livello mediatico tra Di Maio e Grillo c’è stata una crescita dal 16,1 al 16,5% dopo settimane di difficoltà. Il suo zoccolo elettorale è certamente in zona Sud.
Quanto vale il Pd?
Il Pd tutto sommato tiene, è al 19,7%. Non dimentichiamoci che Renzi ha portato via un bel po’ di voti, Italia Viva è poco più del 5%.
Come andrà il voto in Emilia-Romagna tenendo conto che qui è nato il movimento delle sardine? Quanto contano elettoralmente?
Il movimento delle sardine ha raccolto quella parte di elettori potenziali che si sono uniti sotto il vessillo anti-Salvini. Quanto questo possa tradursi in voti è complicato dirlo, ovviamente in questo movimento non ci sono elettori di destra, ed è per questo che la sinistra si è ringalluzzita, dicendo: guardate che c’è ancora tanta gente che non sta a destra. Ha dato coraggio alla sinistra, ragionevolmente, visto che si tratta di elettori contro Salvini.
Qual è il problema più sentito: il lavoro? La crisi economica? I migranti?
Il tema dell’immigrazione è sentito ma i temi del lavoro e delle tasse sono sempre i più rilevanti.
Il trattato Mes, di cui si parla tanto in questi giorni, come è percepito? Gli italiani sanno che riguarda direttamente i loro risparmi?
È un tema non sondato, ma in generale si può dire che gli italiani, ma non solo loro, fanno fatica a districarsi in queste problematiche strettamente economiche. La gente fa fatica a capire cosa sia un fondo salva-Stati, figuriamoci il Mes. Non c’è poi stata comunicazione precisa da parte dei politici. I cittadini possono solo fare un atto di fiducia nel leader di cui si fidano di più.
Qual è oggi il gradimento dell’Europa?
Il gradimento non è molto alto, siamo al 40%. Se però mi chiede se gli italiani si sentono europeisti lo sono in grande maggioranza. Preferiscono stare in Europa, anche se ci sono difetti che vorrebbero fossero corretti. L’auspicio è che l’Europa possa venire incontro ai loro bisogni quotidiani.