Don Giorgio De Capitani, il prete 81enne brianzolo condannato per diffamazione dopo una querela di Matteo Salvini, denuncia a sua volta il leader della Lega per lo stesso reato. Il prete lecchese lo ha rivelato all’Ansa, spiegando che l’ex ministro dell’Interno «durante l’udienza che si è tenuta nel settembre scorso ha dichiarato sotto giuramento alcuni fatti falsi». Ma la cosa ancor più grave per Don Giorgio De Capitani è che lo ha accusato «di aver commesso un gravissimo reato, pur essendo ben consapevole della mia estraneità». E questa è una cosa «forse ancor più penalmente punibile». Il parroco ha aggiunto: «Un ex vicepremier ed ex ministro dell’Interno non può, in vista del proprio tornaconto, mentire deliberatamente, sotto giuramento, davanti ad un tribunale penale». Questa mattinagli avvocati Emiliano Tamburini e Marco Rigamonti hanno depositato in Tribunale a Lecco una denuncia di querela per conto del prete. Il sacerdote pretende che il leader del Carroccio venga iscritto nel registro degli indagati perché sostiene che abbia dichiarato il falso in Tribunale durante il processo in cui lui era imputato.
DON GIORGIO DE CAPITANI DENUNCIA MATTEO SALVINI “HA MENTITO IN TRIBUNALE”
«Salvini ha dichiarato il falso due volte, come risulta dalle nostre registrazioni». Don Giorgio De Capitani ha spiegato che la prima volta in cui il leader della Lega ha dichiarato il falso corrisponde al «momento in cui ha ripetuto una frase in cui parlava di rom e topi. L’aveva detta in un modo e in tribunale l’ha ripetuta in un altro». Il parroco lecchese ha proseguito aggiungendo che «cosa più grave» è che Matteo Salvini abbia detto «il falso quando ha raccontato che avevo affermato che era giusto ucciderlo perché è un ladro. Il video a cui fa riferimento dice esattamente l’opposto». Il parroco De Capitani ha precisato: «Il termine “ladro”mi serviva nel video per fare un ragionamento tanto paradossale quanto semplice. Se fosse giusto uccidere un ladro per il solo fatto di essere un ladro, allora sarebbe giusto uccidere anche Salvini, in quanto ladro di democrazia, ma siccome non dovrebbe essere giusto uccidere i ladri, se non per legittima difesa, allora non può essere giusto neppure uccidere Salvini».