Il Premier Conte nella sua informativa al Parlamento – prima alla Camera e poi al Senato – ha ribadito tutti i passaggi che hanno portato l’Italia a discutere del caso-caos Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) ma soprattutto nel suo lungo doppio discorso ha marcato tutte le critiche ricevute dal Centrodestra in queste settimane rispedendoli al mittente con attacchi altrettanto duri. «Sono qui per l’informativa sulle modifiche al Mes. Le accuse che mi sono state rivolte trascendono i più accesi toni, siamo al cospetto di un’accusa gravissima», esordisce Conte, «se fossero vere dovrei dimettermi. Chi è all’opposizione sta dando prova di mancanza di rispetto per le istituzioni», attacca direttamente Meloni e Salvini scatenando l’ira delle opposizioni e la bagarre in aula a Montecitorio. secondo il Presidente del Consiglio tutti i Ministri sapevano della trattativa in corso dallo scorso giugno-luglio tra l’ex Ministro Tria, lo stesso Premier e l’Unione Europea: «Mi sembra quasi superfluo – ha detto ancora Conte in un altro passaggio – confermare a quest’Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei». È qui che passa all’attacco diretto ai due leader del Cdx, «Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui disinvoltura a restituire la verità e la cui resistenza a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni nel diffondere notizie allarmistiche, palesemente false sul Mes».
COSA HA DETTO IL PREMIER CONTE IN PARLAMENTO SUL MES
La linea “difensiva” del Premier Conte in merito alle trattativa per riformare il fondo Salva Stati è che l’Italia abbia limitato i punti di maggior criticità – «In merito al pericolo di un automatismo nella ristrutturazione del debito che verrebbe introdotto dal trattato riformato, è opportuno ribadire (come ha chiarito il ministro Gualtieri) che il nuovo trattato non modifica affatto la disciplina relativa al coinvolgimento del settore privato nella eventuale ristrutturazione del debito pubblico del paese che beneficia dell’assistenza finanziaria del Mes» – e soprattutto abbia informato punto su punto i Ministri del passato Governo gialloverde. Ancora il Premier al Senato «Nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2019 è stata presentata e illustrata nel dettaglio la “Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, relativa all’anno 2018” in cui si parlava della trattativa condotta anche del Mes. In Cdm nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere». Su questo punto oltre alle critiche feroci lanciate da Meloni, Brunetta e lo stesso Salvini, pesano le parole dell’ex Ministro Tria che giusto ieri annunciava in diretta tv su Rai 3 «non se n’è parlato della riforma sul Salva Stati perché non è quello il luogo». Secondo Conte il dialogo col Parlamento e col CdM invece è stato proficuo e costante e per questo, conclude l’intervento, «Alla luce della ricostruzione appena sopra riassunta, corroborata da precisi riscontri documentali, nessuno può oggi permettersi, non dico di sostenere apertamente ma anche solo di insinuare velatamente l’idea che il processo di riforma del Mes sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo». In sintesi, nei prossimi giorni il Governo darà mandato al Ministro Gualtieri di intavolare l’ultima parte della trattativa in Europa per arrivare ad un accordo sostanziale che poi il Parlamento potrà ratificare nel 2020.