Stasera, domenica 8 dicembre a partire dalle 21.25, su Rai3 andrà in onda una nuova puntata de “La grande storia” dal titolo Vittime e carnefici. Ci sarà modo di approfondire gli argomenti che riguarderanno Hitler, Goebbels, Himmler, gerarchi e soldati. Uomini, sempre uomini, solo uomini. Così ci è stato raccontato il nazismo: un affare di uomini. E le 12 milioni di donne affiliate al partito nazista? Le 600.000 infermiere ammaestrate a medicare i soldati e a eliminare le vite immeritevoli di essere vissute? Le 500.000 ausiliarie della Wehrmacht? Le spietate guardie dei campi di concentramento? Le compagne e le mogli affettuose? Fino alla più esagitata di tutte, Magda Goebbels. Capace di rinunciare ai suoi sei figli. Di fianco alle donne, i giovanissimi del Terzo Reich. Gli alleati li chiamano “Baby Division”. Sono i soldati della XII divisione corazzata delle Waffen-SS “Hitlerjugend”. Sono ragazzi, poco più che bimbi. Ma già perfetti congegni da guerra malvagi e spietati. Vivono come dentro un sogno, o meglio un incubo che si chiama nazismo.
La grande storia, anticipazioni puntata
Questo tormentato periodo storico, riceverà una “svolta” solamente con la morte di Hitler. E per ogni carnefice, c’è sempre stata una vittima, anzi decine di vittime: primi tra tutti gli ebrei. Come Liliana Segre, senatrice a vita. Una famiglia normale, un’infanzia appagata. La scuola e le amiche. Poi, all’improvviso, tutto si è modificato. Perché ebrea. Allora iniziano le disparità, la clandestinità, fino alla fuga e poi l’arresto e l’orrore. Una vita esemplare. Un ricordo commovente. La voglia, la necessità di non scordare ma sempre senza risentimento, senza ostilità. Ma c’è anche chi si ribella all’orrore, chi rischia la propria vita per salvare quella di tanti altri. Come i “cospiratori” dell’isola Tiberina a Roma: un antico spartiacque del fiume Tevere. Da una parte Trastevere, dall’altra il Ghetto ebraico. Qui spunta l’ospedale Fatebenefratelli. Qui nel 1943 si sparge un’epidemia infettiva: quella del morbo K. Un morbo ideato da medici-eroi. Un morbo che non uccide, anzi libererà tante persone dalla pazzia nazista.