La Wada ha confermato in una conferenza stampa la pesante squalifica per doping comminata alla Russia, esclusa dalle competizioni internazionali per i prossimi 4 anni. Olimpiadi, Mondiali, Europei: la bandiera della Russia non sventolerà sul podio. Ma occhio a non confondere i due piani: la sanzione, infatti, non riguarda strettamente gli atleti russi. Già nel 2016, alle Olimpiadi di Rio, il Cio aveva invitato i cosiddetti “atleti indipendenti” nell’atletica leggera a gareggiare sotto un bandiera neutra. Visti gli ottimi rapporti tra Vladimir Putin e il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, sembra probabile che anche dopo questa squalifica verrà trovato il modo per far partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 gli sportivi “puliti”. Nella rassegna a cinque cerchi brasiliana, i criteri per l’ammissione degli atleti russi furono stringenti: residenza stabile fuori dal Paese, controlli antidoping effettuati da enti internazionali. Questa volta le maglie potrebbero essere allargate: il rischio di perdere milioni di telespettatori russi ed una grande dose di spettacolo, vista anche la forza del movimento sportivo ex sovietico, è forse troppo alto per un approccio troppo “integralista” sul tema…(agg. di Dario D’Angelo)
WADA, RUSSIA FUORI 4 ANNI DA OLIMPIADI E MONDIALI PER DOPING
La decisione era nell’aria e ora si ha anche la conferma: mentre la Wada comunicherà al mondo interno tramite una conferenza stampa dopo le ore 13.30, la notizia è certa, la Russia è stata squalificata per doping e verrà esclusa da Olimpiadi, Mondiali e competizioni di livello per i prossimi 4 anni. Un portavoce della Wada questa mattina ha anticipato la sentenza del Comitato esecutivo dell’Agenzia Mondiale Antidoping rendendo pubblico quello che tutti avremmo scoperto solo tra qualche ora: niente Tokyo 2020 e niente Pechino 2022, le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi sono di fatto annullate per le squadre russe di praticamente tutti gli sport. Come riporta la Tass, il Comitato ha stabilito e votato all’unanimità che il laboratorio antidoping di Mosca (Rusada) ha alterato i dati di laboratorio inserendo false prove e cancellando file connessi a delle positività che avrebbero potuto consentire di risalire agli atleti in violazione. Essendo recidivi – già a Pyeongchang 2018 alla Russia non era stato permesso creare la propria squadra – i vertici dell’antidoping russi vengono così “impallinati” da una sentenza che alzerà ulteriori polemiche internazionali che sfociano ben oltre il “semplice” lato sportivo.
QUALI MANIFESTAZIONI SALTERÀ LA RUSSIA DOPO LA SQUALIFICA PER DOPING
«Di certo questa decisione non è positiva, ma ce l’aspettavamo», ha spiegato all’agenzia Tass vice capo di Rusada, Margarita Pakhnotskaya, ribadendo l’impegno attuale e futuro per proteggere gli interessi di tutti gli atleti puliti e per nulla colpevoli. Secondo quanto riportano le agenzie internazionali, solo calcio e tennis non verrebbero coinvolti nella maxi squalifica che invece terrà fuori dai Giochi Olimpici le fortissime nazionali di atletica, nuoto e tante altre ancora. Gli atleti russi fino al 2024 dovranno accontentarsi di partecipare a gare nazionali mentre per le Olimpiadi è al vaglio del Tribunale Internazionale dello Sport (Tas) che gli stessi partecipanti possano iscriversi singolarmente e con “bandiera neutrale” alle prossime competizioni internazionali. Il prerequisito sarà la dimostrazione con dati e prove dell’estraneità di tali atleti alle modifiche illegali dei controlli Rusada: gareggeranno come indipendenti sotto bandiera e inno olimpico, senza alcun riferimento alla Russia. Ora il Cremlino avrà 21 giorni per presentare ricorso al Tas di Losanna ma vista la recidiva è assai improbabile che possa ottenere grandi sconti sulla pena comminata. Il doping di Stato per Sochi 2014 già è costato la bandiera alle Olimpiadi di Rio 2016 e Pyeongchang 2018 ma ora questi ulteriori “magheggi” presunti nei laboratori di Mosca potrebbero vedere la più grande squalifica della storia sportiva mondiale.