Alex Schwazer perde l’ennesimo conflitto giudiziario e rischia dopo quest’ultima sentenza del Tribunale di Losanna di porre fine ai suoi sogni di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020: a gelare l’ex campione olimpico di Marcia ci pensare Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna che poco fa ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore emessa alla vigilia delle Olimpiadi di Rio 2016 (e valida fino al 2024, ndr). A comunicare la pessima notizia per il marciatore azzurro è stato il legale del campione olimpico della 50 Km di Pechino 2008, l’avvocato Gerhard Brandstaetter; il caso di Alex parte da lontanissimo e con numerosi racconti del nostro Nando Sanvito in questi anni abbiamo seguito passo dopo passo il cammino di riabilitazione e svelamento della verità giudiziaria dopo l’incredibile ingiustizia subita da Schwazer dalla Wada e dagli organi internazionali per il famoso ormai “caso Doping” che lo colpì dopo un controllo a sorpresa la notte di Capodanno 2016. Nelle 66 pagine dell’istanza presentata dai legali del marciatore al Tribunale di Losanna – redatta dallo studio legale associato Brandstätter di Bolzano – ampio spazio venne dato ai fatti giudiziari ed extragiudiziari avvenuti dopo il lodo arbitrale di Rio de Janeiro che impedì la partecipazione di Schwazer alle Olimpiadi 2016: tali fatti, secondo i legali del marciatore, dimostrano l’ innocenza dell’atleta italiano «e, contestualmente, la fondatezza dell’ipotesi manipolatoria del campione d’urina prelevatogli il Capodanno 2016».
CASO SCHWAZER, ORA COSA SUCCEDE
Come ben spiegava ancora Nando Sanvito in esclusiva con il nostro quotidiano, la battaglia di Alex Schwazer e del suo allenatore-testimonial anti-doping Sandro Donati voleva puntare sul recupero del rispetto tolto – secondo loro ingiustamente – alla vigilia del ritorno alle corse nel 2016 (dopo una prima, corretta, squalifica per doping). Un’eventuale bocciatura avrebbe lasciato comunque ancora aperta la strada del procedimento non d’urgenza, ma i tempi sarebbero a rischio e potrebbero diventare incompatibili con la qualificazione olimpica: per questo motivo, tale bocciatura oggi divenuta realtà a Losanna rischia di pregiudicare definitivamente il sogno di ritornare contro tutto e tutti a Tokyo 2020 nella gara di Marcia. Secondo i giudici, «non è dimostrata la massima probabilità della manipolazione delle urine» usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica tre anni fa: «sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà avanti con massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», ha spiegato l’avvocato Brandstaetter al termine della sentenza, mostrando come Schwazer non voglia per nulla arrendersi alle decisioni dei giudici. «Allo stato, il tribunale federale di Losanna non ha concesso la misura cautelare richiesta perché non risulterebbe con ‘estrema verosimiglianza fondata’ e cioè che non risulterebbe con assoluta certezza la relativa prova. Porteremo ulteriori prove e riformuleremo la richiesta visto che, come sapevamo, i giudici hanno eccepito la ‘non assoluta certezza’», conclude l’avvocato del marciatore.