Le Iene, nella puntata di ieri, sono tornate ad occuparsi nuovamente del caso Alpa che vedrebbe coinvolto il premier Conte. Prima di tornare dal Presidente del Consiglio hanno tentato di chiedere spiegazioni proprio al prof Guido Alpa ma dopo essersi rivolto ai carabinieri chiedendo di controllare i documenti di Monteleone ha replicato con un secco: “Non mi interessa”. Conte, ricordiamolo, continua a sostenere che il concorso non sarebbe stato in alcun modo viziato. Prima di recarsi da lui Monteleone ha voluto sottoporre la questione a due professionisti. E’ stato poi il turno del nuovo incontro con il premier che ha commentato: “Lei, Monteleone, si può incaponire… ma non cambia il fatto come voi dovete dimostrare una cointeressenza economica nel 2002… Le confesso che ho chiesto al commercialista: ‘Trovami la fattura del 2002 del primo grado’. Questa sua teoria significherebbe che si creerebbero incompatibilità in tutto il mondo legale perché nei collegi difensivi spesso ci si ritrova più avvocati”. Quindi ha precisato alcuni punti: “Il fatto di essere in collegio difensivo con un altro avvocato se abbiamo un mandato dallo stesso cliente non crea un’incompatibilità, uno. Lei ritiene di accreditare ai telespettatori, secondo lei, che io nel 2002 ho avuto un vantaggio indebito da Alpa che era ininfluente, perché bastavano tre commissari e invece è stata l’unanimità su cinque. Quindi vincerebbe qualsiasi prova di resistenza davanti ai giudici, vorrebbe accreditare il fatto che avrei aspettato il 2009 per sdebitarmi nei confronti di Alpa, ma questa è follia”. Conte ha quindi aggiunto: “Diciamo che io ho avuto rispetto nei confronti del Garante perché potevo fatturare per mio conto. Nel secondo grado, nel terzo grado, le sue indagini hanno dimostrato che io ho fatturato… e quindi ho fatto la fattura separata”. Clicca qui per l’intervista integrale a Conte. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CASO ALPA E PREMIER CONTE NELLA NUOVA PUNTATA DE LE IENE
Nuova puntata dell’inchiesta de Le Iene Show sui rapporti tra Giuseppe Conte e Guido Alpa, professore e mentore del presidente del Consiglio, nonché commissario d’esame del concorso universitario che nel 2002 ha portato Conte a salire sul gradino più alto della carriera universitaria, quello di docente ordinario di diritto privato. Nell’inchiesta firmata da Antonino Monteleone e Marco Occhipinti le Iene, nonostante le smentite pronunciate a propria difesa da Giuseppe Conte, tornano a chiedersi se quel concorso non fosse in realtà viziato dall’incompatibilità di uno degli esaminatori, appunto Guido Alpa. E se il presidente del Consiglio, incalzato da un anno a questa parte sulla vicenda, non abbia finito per mentire più volte. Nel servizio oggi in onda Le Iene mostreranno in esclusiva due nuovi documenti: “la seconda parte del progetto di parcella con la lista delle prestazioni svolte in una causa civile del 2002 e l’unica parcella emessa per quell’incarico, che dimostrerebbero ulteriormente l’incompatibilità di Guido Alpa a giudicarlo in quel concorso“.
GIUSEPPE CONTE E GUIDO ALPA: LA SECONDA PARTE DEL PROGETTO DI PARCELLA
Nelle loro anticipazioni, Le Iene ripercorrono le varie tappe dell’inchiesta, ricordando come Guido Alpa, prima di diventare commissario d’esame di Conte, sarebbe stato incaricato insieme a lui di difendere il Garante della Privacy in una causa civile al Tribunale di Roma contro la Rai. Se dalla prima parte del progetto di parcella di quella causa civile – caratterizzata da un’unica lettera d’incarico, un unico protocollo e indirizzata allo stesso indirizzo dello studio Via Sardegna 38 di Guido Alpa – si poteva notare una prima incongruenza con le dichiarazioni rese dal premier, che aveva sostenuto di avere uno studio con locali e affitti separati, al piano di sopra da quello di Alpa a piazza Cairoli, nella puntata di oggi la seconda parte di quel progetto di parcella, scrivono Le Iene “smentisce la ricostruzione dei fatti” data da Conte dopo il servizio della scorsa settimana. La trasmissione scrive: “Il documento che vi mostriamo adesso, ancora una volta, parla chiaro ed elenca nel dettaglio le voci delle prestazioni per le quali è stato richiesto il pagamento: c’è la partecipazione alle udienze dal valore di 416 euro, la precisazione conclusioni, stimata 103 euro, l’assistenza all’udienza conteggiata per 2.160 euro e la discussione in pubblica udienza valutata 1.392,50. Oltre che tante altre voci, che tutte insieme sembrano essere il totale delle prestazioni fornite al cliente dai due avvocati. Non a caso l’elenco delle competenze si trova su una carta intestata a nome di Alpa e Conte e come dicevamo è firmata da entrambi“. Ma non è finita qui…
GIUSEPPE CONTE E GUIDO ALPA: I VERBALI DELLE UDIENZE SMENTISCONO IL PREMIER?
Le Iene sono in grado di mostrare in esclusiva anche la poi emessa da Guido Alpa, “importante come prova – scrive il programma di Italia Uno sul suo portale – perché ci consente di notare come il totale fatturato da Alpa corrisponda con il totale delle voci delle prestazioni indicate nel progetto di parcella cofirmato da Alpa e Conte. Secondo tutti gli esperti del settore interpellati dalle Iene, il progetto di parcella sembra dare un’indicazione chiara al Garante: paga tutte le competenze qui elencate su uno stesso conto corrente“. Ma la lettura di questi due documenti assume un valore ancora più importante se incrociata con un’altra documentazione: ovvero i verbali di 5 udienze di quella causa del 2002. Cosa ci dicono quei verbali? Che in primo grado ha presenziato in aula quasi sempre Giuseppe Conte, “mentre tutte le volte in cui il giovane avvocato era presente, non lo era invece il suo collega anziano e già molto affermato Guido Alpa“. Una versione non concordante con quella fornita dal presidente del Consiglio, che aveva sostenuto come nel corso del primo grado, non avendo svolto lui attività difensiva di rilievo, aveva deciso di non farsi pagare dal suo cliente, l’Autorità per la Protezione dei dati Personali. E qui tornano le domande delle Iene: “Ma se è vero che non si è fatto pagare, allora come si spiega la seconda pagina di quel progetto di parcella, che contiene voci di prestazioni svolte durante le udienze a cui partecipò solo Giuseppe Conte? Perché quelle prestazioni sono state inserite nella lista delle competenze da pagare, con tanto di corrispettivo economico determinato per ognuna di quelle voci?“. Conte risponderà a tutti questi quesiti?