Dopo la Camera anche al Senato passa la risoluzione del Governo Conte sul Mes: con 164 Sì, 122 No e 2 astenuti l’esecutivo giallorosso ottiene l’approvazione tanto agognata e complessa sulle comunicazioni del Premier Conte in merito al fondo Salva-Stati, ma non è stato un voto indolore. 4 “ribelli” del M5s hanno votato contro Di Maio e il loro stesso Governo: si tratta dei già citati Grassi, Lucidi, Paragone e Urraro, accompagnati da urla e critiche dai banchi degli stessi compagni di partito. Il destino per alcuni di loro pare essere segnato verso una “fuga” nella Lega, in attesa dei provvedimenti che potrebbero arrivare dai probiviri M5s per il loro voto contrario. «Noi non abbiamo progetti per far uscire l’Italia dall’euro e dall’Europa ma semplicemente vogliamo difendere il lavoro e il risparmio degli italiani», ha dichiarato Salvini poco prima del voto in Aula, ribadendo poi nella sua dichiarazione a Palazzo Madama «Io penso che i veri nemici dell’Europa sono gli eurottusi che ritengono che qualsiasi cosa arrivi da Bruxelles vada firmata. La salveremo noi l’Europa. […] Nel programma elettorale del M5s si legge testualmente, e io condivido, che ‘il M5s si impegnerà allo smantellamento del Mes’. Io non ho cambiato idea, viva la coerenza». A Salvini replica diretto il senatore M5s Ettore Licheri, durissimo «Le mani che hanno scritto il Mes non sono le nostre, sono le vostre». A questo punto l’Italia punterà sull’accordo di “pacchetto” per provare a cambiare alcuni punti del Mes in Consiglio Ue: a seguire, prima della ratifica finale nei primi mesi del 2020, come voluto da Di Maio, si tornerà in Parlamento per un’ultima, estrema resa dei conti sul Salva-Stati. (agg. di Niccolò Magnani)
CAOS MES, FUGA SENATORI M5S VERSO LA LEGA?
Davanti ai numeri non “certi” al Senato il Premier Conte ha commentato così entrando a Palazzo Madama per chiedere il voto sulla risoluzione Mes, «Non sono preoccupato. Con la massima prudenza e il massimo rispetto delle prerogative del Parlamento ma non sono preoccupato». La situazione è delicata soprattutto per le voci che arrivano da Palazzo Madama e che parlano di diversi senatori che potrebbero votare contro il Governo giallorosso perché prossimi a passare con la Lega secondo quanto riportano Ansa e Repubblica: su tutti, Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi, loro i tre senatori che oggi sul Mes voteranno No contro il Governo Conte – così come Gianluigi Paragone che però ha detto rimarrà nel M5s (per ora) – e che vengono dati in “odor” di Carroccio per i prossimi giorni. Poche ore fa il senatore del Movimento 5 Stelle Stefano Lucidi aveva parlato a “Un giorno da Pecora” dicendo che voterà contrario al Governo sul Mes, «io ne faccio una questione di metodo, che è dipeso da chi ha scritto questo documento. Farò una dichiarazione in dissenso esponendo le mie ragioni». Dopo questo ‘no’ uscirà dal M5S? «E’ una riflessione che faremo nelle prossime ore, vediamo quello che succederà». In merito ai voti “mancati” alla Camera, dove comunque la risoluzione è passato incolume per Conte, il M5s replica alle critiche giunte da osservatori e opposizioni: «Oggi 12 colleghi non hanno potuto partecipare alla votazione sulla risoluzione Mes ed hanno comunicato in anticipo al gruppo la loro impossibilità ad essere presenti alla votazione odiern. Fra i motivi delle loro assenze giustificate ci sono, ad esempio, la malattia e la maternità», affermano in una nota congiunta i tre delegati D’Aula del MoVimento 5 Stelle alla Camera, Cosimo Adelizzi, Daniele Del Grosso e Davide Zanichelli.
PARAGONE VS GOVERNO “SUL MES, IL M5S AVEVA PROMESSO ALTRO”
Non ci sta Gianluigi Paragone, esponente del Movimento 5 Stelle, pronto a votare no al Mes. Il testo è stato approvato alla Camera ed ora dovrà passare anche l’esame al Senato, ma il grillino non sembra propenso ad accoglierlo, e in queste ore ha pubblicato un sondaggio sulla propria pagina Facebook, chiedendo ai propri seguaci cosa deve fare: votare sì oppure no? L’ex leghista ed ex conduttore televisivo ha ricordato il programma dei pentastellati, dove si legge che “il Movimento 5 Stelle in particolare, si impegnerà alla liquidazione del Fondo salva-Stati”. Al momento hanno votato in poco più di 15mila e sta vincendo, anche se di poco, il “NO”. Vedremo se resisterà la linea di Paragone o meno, ma le indiscrezioni delle scorse ore parlano di un Movimento 5 Stelle aver raggiunto l’accordo con le altre forze di maggioranza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MES, ARRIVA L’OK DELLA CAMERA
Via libera della Camera al Mes, ma non mancano le tensioni. Premier Conte nel mirino di Lega e Fratelli d’Italia, ecco le parole di Matteo Salvini: «Nessuno è intenzionato ad uscire dall’euro, ma il signor Conte non è titolato a firmare o a dare la parola degli italiani su accordi internazionali pericolosi per l’Italia. Se c’è qualcuno che sta mettendo a rischio il risparmio e il futuro degli italiani, è lui». Diversa l’opinione di Bankitalia, che ha tenuto a precisare in una rubrica di fact checking sulla riforma: «Non è un organismo inutile e, certo, non danneggia il nostro paese; serve all’Italia tanto quanto a ciascun altro paese dell’area dell’euro. L’Esm attenua i rischi di contagio connessi con eventuali crisi di un paese dell’area dell’euro e riduce la probabilità di un default sovrano, almeno per i paesi le cui difficoltà sono temporanee». Fibrillazione in casa M5s e non è possibile ecludere colpi di scena: come riporta Sky Tg 24, 3-5 senatori sarebbero pronti a lasciare il Movimento per passare alla Lega. Mes, Conte criticato ma non solo… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MES-CONTE, DI MAIO CONTRO SALVINI-MELONI
Sono numerosi i commenti politici delle ultime ore in merito al Mes, in fondo Salva Stati, per cui si voterà quest’oggi alla Camera e al Senato. Fra i molti interventi anche quello del ministro degli esteri Luigi Di Maio (non presente però in aula), che ha puntato il dito contro il Centrodestra, accusandolo di aver cambiato completamente versione: «Salvini e Meloni sono quelli che ci hanno regalato il Mes – le sue parole a margine dell’audizione al Comitato Schengen – perchè la prima negoziazione sul Mes, che esiste già ed è pienamente operativo, purtroppo, parte dal governo Berlusconi-Lega del 2010-2011». Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha poi aggiunto: «Adesso è bellissimo, questa storia è surreale, perchè abbiamo Salvini e Meloni che dicono che noi ci siamo mangiati la parola sul Mes. Noi stiamo affrontando la riforma del Mes per migliorare uno strumento che loro hanno contribuito a istituire e ricordo anche che Giorgia Meloni era nella maggioranza che sosteneva il governo Monti, quando tutto questo fu firmato. Noi stiamo lavorando alla riforma per migliorare uno strumento che hanno istituito loro, il Fondo salva Stati, che invece di salvarli ha strangolato gli Stati». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MES, VOTO IN DIRTTA CAMERA-SENATO, CONTE: “NO DIVISIONI”
Un lungo discorso alla Camera che prevederà un voto prima di mezzogiorno e che sostanzialmente non dovrebbe nascondere “sorprese” in un Governo che nella nottata ha ottenuto il via libera di tutta la maggioranza: Conte ha parlato del Mes e ha chiarito che riguarda una logica ancora più grande (il famoso “pacchetto”) che Gualtieri e l’Italia porteranno in Europa nei prossimi mesi. «Il governo italiano intende promuovere una maggiore coesione fra i leader Ue. Non è questo il tempo di divisioni. la coerenza e la trasparenza informativa che hanno caratterizzato sempre l’interlocuzione tra governo e Parlamento su un tema così complesso e sensibile. Inoltre, il ministro Gualtieri e io personalmente abbiamo spiegato e dimostrato che la revisione del trattato sul meccanismo europeo di stabilità non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e – in particolare – non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri». Governo riunito, Centrodestra pure nel contrastare il Salva Stati (almeno alla Camera non ha però alcuna speranza di spuntarla contro i “giallorossi” al completo) ma Di Maio sottolinea poco fa, mentre parlava Conte a Montecitorio, «soddisfatto della logica di pacchetto, ma per l’approvazione della riforma Mes finché non avremo un quadro chiaro della situazione, non si firma e non si approva niente». Ancora il Ministro degli Esteri conclude, «L’Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma». (agg. di Niccolò Magnani)
ACCORDO TROVATO NEL GOVERNO SUL MES
Si terrà quest’oggi il voto sul fondo Salva-Stati, il cosiddetto Mes. Stando a quanto filtra dal Movimento 5 Stelle, sarebbe stato finalmente trovato l’accordo all’interno della maggioranza, un’intesa che ha soddisfatto gli stessi pentastellati: “Siamo soddisfatti per la risoluzione di maggioranza – affermano fonti M5s, parole riportate da TgCom24.it – che prevede le modifiche richieste dal Movimento. La logica di pacchetto è stata confermata – aggiungono – ci sarà un nuovo round in Parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo. Ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione – concludono – verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”. Tensione quindi in diminuzione all’interno delle forze di maggioranza, e a questo punto sembra scontato il via libera in Aula. Al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, basterebbe una maggioranza semplice, ma è chiaro che andare sotto a quella assoluta (che significa almeno 161 voti), non sarebbe un bel segnale da parte dell’esecutivo.
MES, OGGI IL VOTO: CENTRODESTRA CONTRARIO
Ovviamente di parere opposto l’opposizione, capitanata dalla leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che uscendo allo scoperto qualche giorno fa aveva anticipato in merito alla giornata odierna: “Presenteremo la nostra risoluzione contro il fondo salva-Stati, ma propongo i gruppi di Lega e Fi di presentarne una comune del centrodestra per impegnare il governo a non firmare la riforma, e confido che molti grillini la votino”. La Meloni si era quindi rivolta ai grillini dicendo loro: “Spero che ci sia ancora qualcuno nei 5 Stelle disponibile a non svendere tutto quello che ha detto per anni e si ribelli. Voglio ricordare che i Cinque Stelle nel loro programma elettorale del 2018 sostenevano il superamento del fondo salva-Stati, quello originario. Ora invece stanno votando la riforma del Mes”. Oggi Conte sarà prima alla Camera e poi al Senato per fare il punto della situazione sul Meccanismo europeo di stabilità, dopo di che si procederà alla messa in voto di alcune risoluzioni.