Tre senatori dal M5s alla Lega, tensione tra i due ex alleati di Governo. Il passaggio di Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi tra le fila di Matteo Salvini ha mandato su tutte le furie il leader grillino Luigi Di Maio, creando un vero e proprio caso politico. Come riporta Rai News, anche Roberto Fico ha detto la sua sulla vicenda: «Non commento i passaggi di parlamentari ad altri schieramenti. Posso solo dire che se si pongono dei problemi vanno risolti e si possono risolvere in altri modi, non mi sembra il modo adatto. Ma è un’opinione personale». Prosegue il presidente della Camera: «Ho sempre detto che non metterei mano alla Costituzione, ma piuttosto ai regolamenti di Camera e Senato, per cercare di sfavorire un certo tipo di comportamento. Noi come Movimento dobbiamo fare un percorso di forte evoluzione e dibattito interno che serve al movimento ma anche al paese». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SENATORI DAL M5S ALLA LEGA, LE PAROLE DI CONTE
Senatori in fuga dal Movimento 5 Stelle e sbarcati nella Lega, dopo la decisione del loro ormai ex partito di votare il Mes. Giuseppe Conte ha bacchettato gli “scappati”, avvertendo gli stessi che dovranno attendere molti anni prima di tornare a governare: “Non mi fate parlare dei cambi di casacche”, ha anticipato il presidente del consiglio ai giornalisti, che poi ha aggiunto: “Assolutamente non prevedo nuove uscite di parlamentari dalla maggioranza”. Quindi il monito: “Chi vuole scommettere su Salvini lo faccia pure ma dovrà aspettare alcuni anni prima di governare. Chi vuole lavorare ha la possibilità di farlo con noi fino al 2023. Può capitare che qualche parlamentare si senta più trascurato: io dico a tutti i parlamentari, attenzione noi siamo solo all’inizio dell’opera, abbiamo un arco di tempo importante, abbiamo riforme da offrire al Paese. Chi vuole lavorare per migliorare il Paese lo fa adesso, qui con noi”. Il massimo esponente del governo giallorosso ha aggiunto di essere concentrato sulla sua maggioranza, “Mercoledì, sia alla Camera sia al Senato, i numeri sono stati chiari Adesso c’è da approvare la Manovra, ci sono tutte queste misure, bisogna vararle e porle a disposizione delle urgenze del Paese, dei bisogno dei cittadini”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MS5, 3 SENATORI VERSO LA LEGA: SALVINI LI ACCOGLIE
Sono tre i senatori che lasciano il M5s per passare alla Lega, l’annuncio arriva direttamente da Matteo Salvini: parliamo di Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi. Il segretario federale del Carroccio ha elogiato la scelta dei tre parlamentari, che hanno deciso di dire addio al Movimento per abbracciare la causa leghista: «Diamo il benvenuto nella grande famiglia della Lega ai senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi che sul Mes e su tanto altro sono rimasti coerenti con i propri ideali, rinnegati e traditi dai 5Stelle ormai a rimorchio del Pd. Stop Mes e avanti tutta!». Ad accogliere i neo senatori verdi ci ha pensato anche Claudio Borghi: «Benvenuto al Sen. Grassi nel nostro gruppo. Uomo con schiena dritta che, come Marco Zanni all’epoca, ha lasciato il M5S solo dopo aver constatato l’aperto tradimento del programma elettorale. Sarà un grande valore aggiunto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
M5S CHOC: GRASSI E LUCIDI ALLA LEGA
Il voto sul Mes di ieri al Senato è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso, quello del M5s, scricchiolante da mesi, ovvero da quando è nato il Governo Conte-2 col Partito Democratico: il senatore Ugo Grassi ha ufficializzato il suo passaggio alla Lega, l’altro senatore grillino Stefano Lucidi aveva già ieri fatto intendere di volerlo seguire a ruota. Loro sono due dei 5 senatori che ieri hanno votato contro la risoluzione del Governo Conte sul fondo Salva-Stati: con loro anche Gianluigi Paragone, Mario Giarrusso e Elio Lannutti. Conte minimizza il problema ma per il prosieguo del Governo, con un Senato che già vedeva la maggioranza con numeri risicatissimi, lo strappo di Grassi-Lucidi e di possibili altri due almeno (Paragone ha detto di voler rimanere comunque all’interno del Movimento 5 Stelle pur non condividendo molte delle politiche fatte assieme al Pd di questi mesi, ndr) potrebbe causare una vera e propria implosione in primis nel Movimento 5Stelle, in secundis dell’esecutivo a Palazzo Madama (e non solo). «Il punto è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del Movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine. Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere) da non dover neppure essere esposti. Basti l’esempio della gestione dell’ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi», scrive nella lettera di addio al M5s il senatore Grassi, vincitore del collegio uninominale Avellino-Benevento ed eletto con il Movimento 5 Stelle nelle Politiche 2018.
M5S SI SPACCA: IRA DI MAIO VS SALVINI “C’È LISTINO PREZZI..”
«Porte aperte per chi, con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd», è il primo commento di Matteo Salvini felice di accogliere il nuovo arrivato dai banchi del M5s. Non l’ha presa per nulla bene l’ex vicepremier Luigi Di Maio che già ieri aveva attaccato i “ribelli M5s” che avevano deciso di votare contro il Governo sul fondo Mes: «possono passare alla Lega ma non raccontino balle e dicano che il tema non è il Mes ma che gli hanno proposto altre contropartite. Il mercato delle vacche a cui stiamo assistendo è la solita logica dei voltagabbana che noi abbiamo sempre combattuto», spiega il Ministro degli Esteri in un infuocato video sui social, dove aggiunge «Non basta mandare una lettera alla presidente del Senato, In quella lettera farebbero bene ad aggiungere il listino prezzi di questo mercato delle vacche». A Grassi potrebbe far presto seguito anche il senatore Lucidi che oggi all’Adnkronos ha spiegato «Lega o gruppo Misto, non ci sono grandi alternative. Sto valutando in queste ore. So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo ma non credo che avranno la forza per farlo, quindi non li aspetto». La notizia ancora più “bomba” è proprio questa, con numeri che se confermati darebbero al Governo il senso di una semi-catastrofe a Palazzo Madama, per di più nei giorni della Manovra di Bilancio che avendo tempi strettissimi dovrà per forza di cose far leva sul voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Bonafede attacca, «chi cambia casacca si deve dimettere», ma Lucidi contrasta «Ha ragione ma anche chi passa dal 33 al 15% dovrebbe dimettersi. Se una forza politica che ha un suo capo politico riconosciuto – ribadisce contro Di Maio e il board grillino – passa dal 33 al 15% qualcuno deve prenderne atto. Ci sono passaggi in politica che sono automatici».