L’attrice romana Anna Mazzamauro, intervenuta ai microfoni della trasmissione radiofonica “I Lunatici” su RaiRadio2, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ha parlato della sua giovinezza, in special modo il periodo scolastico trascorso con le suore, e di quel modo di essere stravagante che per anni l’ha fatta sentire “diversa”. “Da ragazzina studiavo soltanto lettere, in matematica ero una capra…avevo anche sette in condotta e stavo dalle suore. Dall’asilo al liceo”. Così racconta la signorina Silvani, che parla della sua infanzia spiegando come i genitori la vedessero diversa; la sua estrosità e voglia di apparire evidentemente per l’epoca non erano buoni valori. Così la mamma e il papà dell’attrice famosa per i film di “Fantozzi”, spedirono la piccola Anna a scuola dalle suore, sperando che almeno loro potessero recuperare un carattere fuori dal normale. “Ho dei pessimi ricordi delle suore, orrendi”. Tuona duramente la Mazzamauro, spiegando come in quel periodo frequentare una scuola di suore, secondo lei, non fosse la medicina giusta per curare quello che secondo i genitori era un “turbamento mentale”.
Anna Mazzamauro e il suo rapporto con le suore
Anna Mazzamauro rincara la dose, ci va giù pesante: “Detesto le monache, non le posso vedere, quando le incontro per strada le picchierei”. Non un’affermazione morbida da parte della signorina Silvani, cresciuta nel teatro e resa famosa anche grazie a Paolo Villaggio nei suoi “Fantozzi”. La donna, il cui ultimo film è “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi, racconta che non ha un bel ricordo delle suore. Ci tiene a precisare che non vuole generalizzare, che certamente esistono delle monache fantastiche, ma sottolinea ancora una volta che quelle conosciute da lei non erano per nulla fantastiche. Questo suo essere diverso, per anni visto come un lato negativo del suo carattere, questi suoi comportamenti fuori dalle righe, hanno caratterizzato al vita e la carriera di questa grande attrice. Da giovane, se volevi recitare eri vista come una “bottana”, quindi una di poco conto. Ma invece la Mazzamauro è andata avanti per la sua strada, prendendo la strada della recitazione a fine anni 60, quando aprì un suo teatro a Roma, “Il Carlino”.
Anna Mazzamauro:”Vorrei proporre al pubblico il tema diversità”
E chissà che oggi non tornerà a teatro, o al cinema, per presentare lo spettacolo scritto da lei proprio sul tema a lei più caro. “Si chiama Belvedere. Vorrei proporre al pubblico il tema diversità, così da dare veramente un senso alla conquista che i diversi operano nel mondo.” Anna Mazzamauro non è stata mai assecondata dalla sua famiglia, così sostiene lei, se l’avessero fatto probabilmente non si sarebbe sentita diversa, o forse l’avrebbe vissuta in maniera meno traumatica. Da giovane la donna era convinta di essere una peccatrice, questo le inculcavano nella mentre le persone intorno a lei; lei che faceva di tutto per inserirsi nel mondo, sentendosi addosso gli abiti di una disgraziata, vista come tale da chi invece si riteneva “normale”. Per lei che viene da una famiglia borghese, fare l’attrice non era visto di buon grado. Invece Anna, nonostante tutto, andò dritta per la sua strada, fece carriera e oggi tornerà a parlare di quel tema che tanto le ha fatto male nel corso della sua giovinezza.