Se sfrattare un centro sociale, dove si fa l’attività che si fa senza pagare una lira al comune, o una casa occupata è impresa che richiede l’intervento delle forze militari, cacciare tre suore che assistono bambini disagiati è facilissimo. Basta l’intervento del comune, quello di Napoli per l’esattezza, guidato dall’illuminato sindaco De Magistris. Sfratto entro trenta giorni dall’avviso e anche un bel 148mila euro di “arretrati” da pagare. Se lo sgombro non sarà effettuato in tale tempo, si procederà “in maniera coattiva”, cioè con l’uso della forza. Poco importa se le Suore Angeliche di San Paolo svolgevano una funzione di servizio sociale di grandissima utilità, in una città come Napoli dove i giovani sono abbandonati per strada e finiscono prestissimo nelle mani della criminalità organizzata. Suore che dal 1957, su invito del comune stesso di Napoli, avevano preso in gestione uno spazio edificato per offrire un pasto ai bambini usciti da scuola e quindi un ottimo doposcuola.
NAPOLI, SUORE SFRATTATE: QUANDO LA BUROCRAZIA È SENZA CUORE
Nel 2014 il Comune di Napoli smette di versare la sua quota per le spese. Le suore nonostante questo sono andate avanti lo stesso, a loro carico. I bambini pagano solo due euro al mese per la maestra di sostegno. Le suore occupano una piccola parte del complesso di Sant’Eligio: una cucina, una cappella, tre stanzette per le tre monache e l’area di accoglienza per i bambini, in tutto tre piani. Nel 2018 scatta la macchina “demoniaca” del comune: l’Avvocatura chiede al servizio welfare comunale di verificare cosa facciano là dentro le suore. Ma per l’ufficio del welfare troppa fatica: nessuno controlla, nessuno dà una informativa. Così per l’Avvocatura le suore non fanno niente ma occupano l’edificio. Il 9 dicembre parte la notifica del Servizio Valorizzazione Sociale degli Spazi di Proprietà Comunale, Giovanni Paonessa, che ha vergato la sua disposizione: «Ordine di sgombero finalizzato al recupero del bene di proprietà comunale occupato sine titulo, in danno della congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo. Diffida e messa in mora ai fini del pagamento delle somme dovute». 148mila euro per cinque anni di arretrati che non si sa di cosa siano. Un giornalista del quotidiano Il Mattino si reca dalle suore, loro non sanno niente, nessun documento è stato inviato. Ma esiste e le suore dovranno andarsene e saranno altri ragazzini a finire nella malavita organizzata, altri criminali. Si ringrazia il Comune di Napoli.