Intervistata tra le pagine di Mio, Marta Flavi si è raccontata a 360°. L’opinionista, nonostante il matrimonio con Maurizio Costanzo, quasi non lo ricorda più: “È l’uomo con cui sono stata più fotografata sui giornali” e, riguardo i suoi passati sentimenti per il giornalista, ha voluto aggiungere: “se ci si sposa si è innamorati. Però non ricordo, non voglio parlare del marito delle altre e neanche del marito di Maria. Non lo trovo educato”. E se proprio la De Filippi le proponesse un lavoro da giudice nelle sue tante trasmissioni? “Non so farlo, non sono capace. Ma ringrazierei sentitamente”. La conduttrice ama curare il suo aspetto fisico e, proprio per questo motivo, frequenta un corso di boxe, prendendo la vita a pugni ma rigorosamente in tacchi a spillo: “I tacchi li ho indossati per dimostrare che ogni persona ha diverse sfaccettature. Ho iniziato frequentando al Dabliu Fitness Club qualche lezione con il campione Mattia Faraoni, conosciuto grazie ad un amico giornalista”.
Marta Flavi scopre la boxe: “A pugni con la vita con i tacchi a spillo!”
Marta Flavi confida di amare molto la boxe: “Uno sport che mi piace tantissimo, mi ero un po’ annoiata della palestra e cercavo un’alternativa. Sono stata madrina della Fiamme Oro di boxe. Negli Stati Uniti c’è la moda di fare kickboxing con i tacchi perché sembra che aiuti la postura e a sviluppare alcuni muscoli. Nelle foto che ho scattato in tuta dimostro di essere ciò che voglio: sono questa, ma anche quest’altra!”. E sulla piaga del femminicidio aggiunge: “Oggi molte vengono uccise dal fidanzato, dal marito, dall’uomo con cui hanno costruito la loro vita. E non se lo aspettano quasi mai. Si pensa di poter ricorrere alla boxe in un’aggressione esterna, contro qualcuno che non conosci. Quindi ancora peggio è la violenza tra le mura domestiche, soprattutto per difendersi da una persona con cui hai condiviso una parte di te. Le donne sono figure che accolgono e l’idea di doversi proteggere da chi hai amato è mostruosa. Purtroppo, di casi del genere ce ne sono sempre di più. Spesso consiglio di non accettare mai l’ultimo appuntamento a chi mi racconta la sua storia difficile, dopo aver lasciato il compagno. Perché la cronaca ci insegna che è in quel momento che emergono l’odio, il rancore, la rabbia e la vendetta”.