La Terza Domenica di Avvento accoglie per tradizione al termine dell’Angelus la Benedizione dei Bambineggi del Presepe: così è avvenuto oggi con Papa Francesco che al termine della Preghiera da Piazza San Pietro ha invocato la discesa dello Spirito Santo sui piccoli Bimbi Gesù che affolleranno i Presepi di milioni di famiglie. «La Parola di Dio ci invita da una parte alla gioia, e dall’altra alla consapevolezza che l’esistenza include anche momenti di dubbio, nei quali si fa fatica a credere. Gioia e dubbio sono entrambe esperienze che fanno parte della nostra vita», spiega Papa Francesco all’inizio dell’Angelus domenicale, facendo poi leva sulla citazioni evangeliche di Isaia e Giovanni Battista. «La salvezza avvolge tutto l’uomo e lo rigenera. Ma questa nuova nascita, con la gioia che l’accompagna, sempre presuppone un morire a noi stessi e al peccato che è in noi. Da qui deriva il richiamo alla conversione, che è alla base della predicazione sia del Battista sia di Gesù», sottolinea ancora Papa Bergoglio alla Piazza in ascolto del terzo Angelus dell’Avvento, invocando poi l’intercessione della Vergine Maria perché ognuno di noi possa «fare spazio nel cuore a Colui che è già venuto e vuole venire ancora a guarire le nostre malattie e a darci la sua gioia».
ANGELUS PAPA FRANCESCO: LA BENEDIZIONE DEI BAMBINELLI
Per il Pontefice, si tratta alla fine di “convertire” l’idea che abbiamo di Dio: il tempo dell’Avvento stimola all’interrogativo lanciato dal Battista al Figlio di Dio, «”Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”(Mt 11,3). Pensiamo: per tutta la vita Giovanni ha atteso il Messia; il suo stile di vita, il suo stesso corpo è plasmato da questa attesa. Anche per questo Gesù lo elogia con quelle parole: “nessuno è più grande di lui tra i nati di donna (cfr Mt 11,11)”. Eppure, anche lui ha dovuto convertirsi a Gesù. Come Giovanni, anche noi siamo chiamati a riconoscere il volto che Dio ha scelto di assumere in Gesù Cristo, umile e misericordioso». L’Avvento è il tempo della grazia e non basta, conclude Papa Francesco prima dell’Angelus, credere in Dio: «è necessario ogni giorno purificare la nostra fede. Si tratta di prepararsi ad accogliere non un personaggio da fiaba, ma il Dio che ci interpella, ci coinvolge e davanti al quale si impone una scelta. Il Bambino che giace nel presepe ha il volto dei nostri fratelli e sorelle più bisognosi, dei poveri che “sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi”». Dopo la preghiera dell’Annunciazione, la bellezza dell’appuntamento che da 50 anni si ripete in una affollatissima Piazza San Pietro, ogni terza domenica d’Avvento: il Bambinello del presepe che migliaia di ragazzi e bambini stringono in mano viene benedetto dal Papa durante la preghiera dell’Angelus. «Saluto voi, cari ragazzi, che siete venuti con le statuine di Gesù Bambino per il vostro presepe. Le benedico di cuore. Come ho ricordato nella Lettera Admirabile signum, il presepe è come un Vangelo vivo. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui», chiude la preghiera dal balcone il Santo Padre.