La Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha condannato all’ergastolo Francesco Cirillo, accusato di aver preso parte all’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore ucciso a Castel Volturno il 16 maggio 2008 in un agguato di camorra eseguito dai sicari del clan dei Casalesi, e in particolare dall’ala stragista, capeggiata dal boss Giuseppe Setola. La vicenda processuale di Francesco Cirillo ha vissuto fino ad oggi diversi colpi di scena. Dopo essere stato condannato all’ergastolo in primo grado, Cirllo venne assolto in secondo grado. La Procura Generale fece però ricorso in Cassazione, la quale rimandò tutto a un’altra sezione della Corte d’Assise di Appello che oggi ha confermato l’ergastolo inflitto in primo grado, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Carmine Esposito.
OMICIDIO DOMENICO NOVIELLO, CIRILLO ALL’ERGASTOLO
Un nuovo capitolo di questa vicenda potrebbe consumarsi in Cassazione, l’ultimo grado di giudizio al quale gli avvocati di Francesco Cirillo, come riportato dall’Ansa, hanno già fatto sapere di voler presentare ricorso dopo la condanna all’ergastolo pronunciata oggi dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli. Domenico Noviello, imprenditore classe 1943 originario di San Cipriano d’Aversa, venne ucciso a colpi di pistola dal clan dei Casalesi nel maggio 2008 perché, così come da motivazione della concessione della Medaglia d’oro al valor civile di cui è stato insignito, si era rifiutato di pagare il pizzo ed aveva denunciato facendo condannare gli estorsori. Questa sua “ribellione” gli era valsa l’ostilità del clan di camorra, che gli recapitò delle minacce di morte. In ragione di tali minacce, gli venne concesso il porto di pistola per difesa personale. Una misura poi revocata nel 2007, che lo espose ancora di più alla vendetta giuratagli dal clan. Noviello, ben conscio dei pericoli cui andava incontro, ha deciso comunque di lottar contro un sistema malavitoso che lo obbligava al pagamento di una tassa occulta.