«Da noi sì all’autorizzazione a procedere contro Salvini»: il commento di Luigi Di Maio sul caso Gregoretti ha riacceso lo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle, con i grillini che dicono sì al processo contro l’ex ministro dell’Interno (difeso a spada tratta ai tempi dell’esecutivo gialloverde). «Per quanto riguarda l’atteggiamento di Di Maio, che vuole farmi processare, posso solo dire che mi è sembrato squallido, da uomo piccolo piccolo», il commento del leader del Carroccio, appoggiato dalla leader di FdI Giorgia Meloni: «Di Maio sta usando le istituzioni per ripicche personali. Per Fratelli d’Italia gli unici che dovrebbero essere indagati sono quei ministri che per anni hanno fatto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina!». La Meloni ha poi aggiunto: «L’ok di Di Maio all’autorizzazione a procedere contro Salvini per sequestro di persona mostra la vera natura “bifronte” del M5S, capace di voltare le spalle ad ex alleati ed elettori a seconda della convenienza. Ecco perché Fratelli d’Italia non vorrà mai avere nulla a che fare con questa gente!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CASO GREGORETTI, SALVINI ATTACCA DI MAIO
Il leader della Lega, Matteo Salvini, esce nuovamente allo scoperto per parlare del caso Gregoretti. “Conto di trascorrere il 2020 a piede libero – le parole dell’ex ministro riportate dall’edizione online di TgCom24 – domattina voglio guardare in faccia quelli con cui abbiamo condiviso scelte di governo ed oggi hanno cambiato idea”. Ovviamente il riferimento di Salvini è alla decisione del Movimento 5 Stelle di votare sì all’autorizzazione a procedere contro il leader della Lega. Una decisione, comunicata ieri sera dal leader dei pentastellati, Luigi Di Maio, e che ha lasciato basiti i leghisti: “Il commento di Di Maio alla vicenda Gregoretti è da piccolo uomo – le parole di fuoco del deputato del carroccio ed ex sottosegretario al Viminale Nicola Molteni – più che l’onore pote’ la poltrona”. Convocata alle ore 13:30 la giunta per le immunità del Senato. L’ex ministro dell’interno avrà 30 giorni di tempo per presentare una memoria sulla vicenda o chiedere di essere sentito. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI, CASO GREGORETTI: DI MAIO VOTERA’ SI ALL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
Doccia gelata nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha fatto sapere di essere indagato per il caso della nave Gregoretti. Il tribunale dei ministri di Catania chiederà l’autorizzazione a procedere, e Di Maio ha annunciato che voterà a favore. “Quando bloccammo la Diciotti – le parole del ministro degli esteri a Porta a Porta – era perché non si ridistribuivano i migranti. Il blocco della Gregoretti non fu un’azione decisa dal governo, perché allora la redistribuzione era stata decisa: fu un’azione personale del Ministro. Voteremo a favore dell’autorizzazione a procedere – aggiunge – gli auguro di risultare innocente – ha poi specificato – me lo auguro in tutti i processi”. In precedenza Salvini aveva stuzzicato i grillini, dicendo: “Voglio vedere se i Cinque Stelle voteranno come nel caso Diciotti, visto che è esattamente la stessa fattispecie”, e poco dopo è giunta la replica di Di Maio. Lo stesso leader grillino ha poi ribadito il concetto: “Il caso Diciotti fu un atto di governo perché l’Ue non rispondeva e servì ad avere una reazione, che poi arrivò. Quello della Gregoretti, dopo un anno, fu invece un atto di propaganda, perché il meccanismo di redistribuzione era già rodato e i migranti venivano redistribuiti in altri Paesi Ue. E’ questa la differenza enorme tra i due casi, la differenza enorme tra la realtà e la bugia. Nelle ultime settimane di governo con la Lega si alzavano i toni anche per questo, perché qualcuno pensava più alla propaganda e a fare campagna elettorale che a governare”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI, CASO GREGORETTI: IRA LEGHISTA
Il caso Gregoretti potrebbe costare caro a Matteo Salvini. Come rivelato dal leader della Lega nel corso di Fuori dal coro, rischia 15 anni di carcere per il reato di sequestro di persona aggravato per aver ‘privato della libertà personale 131 immigrati presenti sulla nave Gregoretti’. La lettera di notifica porta la firma del presidente del Tribunale dei ministri Lamantia, iscritto a Magistratura democratica, ed è stata trasmessa al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Grande la rabbia dell’ex ministro dell’Interno, che ha aggiunto ai microfoni di Mario Giordano: «In un Paese normale sarebbe in carcere Carola, che con la sua manovra, attraccando in un porto che le era stato espressamente vietato, ha anche rischiato di uccidere dei finanzieri». Sui social network si è acceso il dibattito, con Salvini chiamato a rispondere nuovamente di un’accusa dopo quelle degli scorsi mesi… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MATTEO SALVINI: “RISCHIO 15 ANNI DI CARCERE PER IL CASO GREGORETTI”
Matteo Salvini rischia fino a 15 anni di carcere. E’ stato lo stesso leader della Lega ad annunciarlo, ieri sera in diretta tv. In occasione della trasmissione di Rete Quattro, “Fuori dal coro”, l’ex ministro dell’interno ha fatto sapere: “Oggi mi è arrivata questa. Sarei colpevole di reato di sequestro di persona aggravato per aver ‘privato della libertà personale 131 immigrati presenti sulla nave Gregoretti’. Rischio fino a 15 anni di carcere. Questo è il più grave”. Salvini ha mostrato pubblicamente la lettera con cui gli è stata notificata la richiesta dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti da parte del tribunale dei ministri di Catania, inviata al presidente del Senato, Alberti Casellati. “Ritengo che sia una vergogna – ha aggiunto lo stesso capo del Carroccio – che un ministro che ha difeso i confini del suo Paese possa essere processato per essersi occupato della sicurezza dei suoi cittadini. Vorrei sapere quanto costerà alla collettività questo processo”.
MATTEO SALVINI: “MI SPIACE CHE I TRIBUNALI PERDANO TEMPO SU QUESTE COSE”
Salvini si dice dispiaciuto da questa vicenda: “Mi spiace che tribunali italiani, oggi intasati, debbano perdere tempo per indagare un ministro che ha fatto quello che gli italiani gli hanno chiesto di fare”. La nave Gregoretti aveva soccorso in mare 131 migranti durante lo scorso mese di luglio, pochi giorni prima della crisi che fece crollare il governo gialloverde. I poveretti erano stati tratti in salvo in parte da un peschereccio siciliano e in parte da un gommone, e poi presi in carico dall’imbarcazione della guardia costiera italiana. A quel punto erano scattati una serie di divieti allo sbarco, e dopo una serie di giorni, a seguito di un accordo raggiunto con altri paesi europei per la distribuzione dei migranti, Salvini aveva dato il suo personale lasciapassare. Il procuratore etneo, Carmelo Zuccaro, aveva deciso di archiviare le accuse nei confronti dell’allora ministro dell’interno, ma il tribunale dei ministri di Catania ha espresso invece parere opposto.