«La decisione di Dio è chiara: per rivelare il suo amore Egli sceglie la città piccola e la città disprezzata, e quando raggiunge Gerusalemme si unisce al popolo dei peccatori e degli scartati. Nessuno degli abitanti della città si rende conto che il Figlio di Dio fatto uomo sta camminando per le sue strade, probabilmente neppure i suoi discepoli, i quali comprenderanno pienamente solo con la risurrezione il Mistero presente in Gesù»: inizia così il Te Deum di Papa Francesco in Basilica San Pietro, dopo la lettura dei Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Un ringraziamento per la Chiesa, per la storia e per l’umanità: questo è il Te Deum, come sottolinea lo stesso Pontefice nell’omelia terminata poco dopo le ore 18 «Nella città Dio ha posto la sua tenda…, e da lì non si è mai allontanato! La sua presenza nella città, anche in questa nostra città di Roma, “non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata” (Esort. ap. Evangelii gaudium)». Papa Francesco ha poi illuminato la platea dei fedeli nel freddo ultimo giorno dell’anno e del decennio spiegando come Dio abbia cambiato la storia per sempre, ma continua a farlo anche oggi «non ha mai smesso di cambiare la storia e il volto della nostra città attraverso il popolo dei piccoli e dei poveri che la abitano: Egli sceglie loro, li ispira, li motiva all’azione, li rende solidali, li spinge ad attivare reti, a creare legami virtuosi, a costruire ponti e non muri. È proprio attraverso questi mille rivoli dell’acqua viva dello Spirito che la Parola di Dio feconda la città». Parla a Roma e la definisce «città complicata» ma non per questo perduta: «Dio non ci sceglie a motivo della nostra “bravura”, ma proprio perché siamo e ci sentiamo piccoli. Lo ringraziamo per la sua Grazia che ci ha sostenuto in questo anno e con gioia eleviamo a Lui il canto della lode». Qui il testo integrale dell’omelia di Papa Francesco nel Te Deum
LA PREGHIERA DI FINE ANNO
Ringraziare l’ultimo giorno dell’anno
in maniera “anomala” per questi tempi secolarizzati: la tradizione del Te Deum – la recita della preghiera di ringraziamento per l’anno appena passato – si rinnova anche in questo passaggio tra 2019-2020, con il Canto a Dio che Papa Francesco (e con lui i sacerdoti di tutte le Diocesi mondiali) questa sera celebrerà Basilica Vaticana nella consueta tradizione di Fine Anno. A partire dalle ore 17, il Santo Padre Francesco celebrerà i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, cui faranno seguito l’esposizione del Santissimo Sacramento, il tradizionale canto dell’inno «Te Deum», a conclusione dell’anno civile, e la Benedizione Eucaristica. Il tutto anticipando quanto avverrà domani sempre in Piazza San Pietro: alle 10 la Santa Messa di Capodanno, a seguire l’Angelus dedicato a Maria Santissima Madre di Dio, con la conseguente lettura del Messaggio per la 53esima Giornata Mondiale della Pace. Anche per quest’anno, come per tutte le altre celebrazioni ufficiali di Papa Francesco, sarà possibile seguire in diretta video streaming la preghiera di fine anno in Vaticano, con collegamento dal canale YouTube ufficiale di Vatican News. «Nel Te Deum, infatti, è contenuta una saggezza profonda, quella saggezza che ci fa dire che, nonostante tutto, c’è del bene nel mondo, e questo bene è destinato a vincere grazie a Dio, il Dio di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto», così spiegava Papa Ratzinger il significato profondo del Te Deum in via di celebrazione tra qualche ora in Basilica Vaticana.
TE DEUM, L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO DEL 2018
«Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio Unigenito per sradicare dal cuore dell’uomo la schiavitù antica del peccato e così restituirgli la sua dignità. Dal cuore umano infatti – come insegna Gesù nel Vangelo (cfr Mc 7,21-23) – escono tutte le intenzioni malvagie, le iniquità che corrompono la vita e le relazioni. E qui dobbiamo fermarci, fermarci a riflettere con dolore e pentimento perché, anche durante quest’anno che volge al termine, tanti uomini e donne hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane»: con questo passaggio centrale si strutturava l’omelia di Papa Francesco solo un anno fa nel Te Deum di ringraziamento in Basilica San Pietro. Davanti ai fedeli raccolti per la recita della preghiera di fine anno, esattamente come avverrà questa sera, il Santo Padre ha invitato a soffermarsi su quanto vissuto e avvenuto durante i lunghi 12 mesi passati: attraverso due versetti di San Paolo, lo scorso anno Papa Francesco ha colto l’accento particolare sulla “temporalità” del Figlio di Dio. «San Paolo dice chiaramente perché il Figlio di Dio è nato nel tempo, qual è la missione che il Padre gli ha dato da compiere: è nato «per riscattare». Questa è la seconda parola che colpisce: riscattare, cioè far uscire da una condizione di schiavitù e restituire alla libertà, alla dignità e alla libertà propria dei figli. La schiavitù che l’apostolo ha in mente è quella della «Legge», intesa come insieme di precetti da osservare, una Legge che certo educa l’uomo, è pedagogica, ma non lo libera dalla sua condizione di peccatore, anzi, per così dire lo “inchioda” a questa condizione, impedendogli di raggiungere la libertà del figlio», sottolineava il Papa nell’omelia del 31 dicembre 2018. La chiusura fu dedicata alla maternità della Chiesa nel nome di Maria: «noi riconosciamo che Dio è «nato da donna» perché noi potessimo ricevere la pienezza della nostra umanità, «l’adozione a figli». Dal suo abbassamento siamo stati risollevati. Dalla sua piccolezza è venuta la nostra grandezza. Dalla sua fragilità, la nostra forza. Dal suo farsi servo, la nostra libertà. Che nome dare a tutto questo, se non Amore? Amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, a cui questa sera la santa madre Chiesa eleva in tutto il mondo il suo inno di lode e di ringraziamento».
IL TESTO INTEGRALE DEL TE DEUM
Per come è stato tramandato dalla antica storiografia cristiana, il testo ufficiale del Te Deum è di difficile attribuzione: è di fatto contesta da più svariati autori all’interno della tradizione della Chiesa. Secondo fonti più affidabili e riconosciute, il testo della preghiera di ringraziamento al Signore per l’anno appena passato è di Cipriano di Cartagine; resta però che la redazione finale per come la scopriamo oggi nella modernità, il testo proverrebbe dal Vescovo di Remesiana a Niceta, verso la fine del IV secolo d.C. Ecco qui sotto il testo integrale già tradotto del Te Deum, il medesimo che leggerà questa sera Papa Francesco: «Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella lode; la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico Figlio e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo Sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno».