Dopo la finalissima di Tu si que vales, i colleghi di FanPage hanno avuto l’occasione di intervistare Maria De Filippi. La celebre conduttrice si è raccontata a tutto tondo, svelando numerosi retroscena. Si parte con Amici e il talento. Per la Queen, i social giocano un ruolo fondamentale e non sempre positivo, anzi. “I social li guardo e li leggo, ormai da tempo. All’inizio ero un po’ colpita e spaventata, poi ho imparato a leggerli. Quello che mi dispiace e parlo, ad esempio, dei ragazzi di Amici, che dai social sono condizionati in un modo imbarazzante. Nessuno gli insegna a leggerli, come facevano una volta i genitori con i figli davanti alla tv”. Maria racconta quello che accade dopo la puntata del sabato: “I ragazzi vanno a casa, leggono i social e il giorno dopo tornano disperati. Non guardano mai i complimenti, quelli è come se li accantonassero, il complimento non gli dà fiducia, non li rassicura. Mentre la cattiveria, che sui social è proprio spregiudicata, ti va ne profondo perché ti tocca i tuoi lati deboli e se dici a una ragazza di 20 anni che è un cesso, quell’insicurezza che a 20 anni hai, e che hanno tutti, ti sovrasta. E piangono e cambiano completamente, c’è gente che pensa addirittura di ritirarsi”.
Maria De Filippi ci spiega cosa è il talento
Maria De Filippi tornerà a gennaio con C’è posta per te e, tra una chiacchiera e l’altra sul successo dei suoi show, spiega anche cosa significa per lei avere del talento: “Con il talento ci nasci, nella sostanza, poi la capacità di renderlo unico dipende da te, perché è molto facile arrivare a un successo ed è molto difficile mantenerlo. Se tu segui una moda, puoi diventare una bomba nel periodo della moda, ma poi è finita lì insomma. Cambia la moda cambi tu”. Abituata ad essere una tra le donne che in TV “comandano” sul serio, ha espresso il suo punto di vista anche sulle pari opportunità, citando Lilli Gruber intervenuta ad Amici: “Ha sciorinato una serie di dati, per esempio che un uomo impiegato guadagna 1500 euro, mentre la donna nello stesso identico ruolo solo 1200. E sinceramente non capisco il perché. Ci sono cose che partono da quanto magari lo sport maschile possa attirare di più dal punto di vista dello spettacolo rispetto a quello femminile e se i tennisti vengono pagati di più, non è colpa di nessuno. Però per quanto riguarda i lavori come l’impiegato e il resto, non capisco proprio il perché, non c’è una ragione né economica né di mercato”.