Si parla molto del nuovo film Tolo-Tolo, nell’intervista di Checco Zalone al Corriere della Sera. La pellicola in uscita fra pochi giorni nelle sale, vede per la prima volta la mancanza del regista Gennaro Nunziante, dietro la cinepresa negli altri film dell’attore comico barese: «Ma resta un amico: ci ritroveremo. – dice Zalone – stavolta il regista doveva essere Paolo Virzì. Mi sono reso conto di essere ingombrante – aggiunge – forse ero troppo preoccupato di ripetere il successo di Quo vado. Fatto sta che gli ho detto: “Voglio farlo io”. Virzì come l’ha presa? Spero male… Comunque ha già visto Tolo tolo. E mi assicura che gli è piaciuto. Ma è toscano, quindi paraculo». Zalone racconta quindi i provini svolti per cercare il bimbo protagonista del film: «I primi provini per scegliere il piccolo protagonista li ho fatti a Roma. Ma erano tutti bambini adottati, pariolini, borghesi: bravissimi, ma troppo romani per essere credibili. Così siamo andati a fare i provini in Kenya. Ho conosciuto ragazzini straordinari, ma non trovavo quello giusto. Fino a quando non ho visto questo bambino con gli occhi enormi, Nassor, che quando ride ride tutto, e mi sono detto: è lui». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CHECCO ZALONE E LE ACCUSE DI RAZZISMO: “ORMAI NON SI PUO’ DIRE PIU’ NULLA”
Torna allo scoperto il grande Checco Zalone e lo fa attraverso un’intervista concessa stamane ai microfoni del Corriere della Sera. Negli scorsi giorni il noto attore comico pugliese, vero nome Luca Medici, è finito nell’occhio del ciclone perchè accusato di razzismo. Tutta “colpa” della sua ultima canzone sugli immigrati, che ha fatto indignare i moltissimi leoni da tastiera e non solo: «Purtroppo non si può dire più nulla – esordisce Zalone – se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali». Poi l’attore aggiunge: «L’unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende». Qualcuno è addirittura arrivato a dire che Checco Zalone fosse razzista: «Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero. Non sono razzista neanche verso i salentini, che per noi baresi sono i veri terroni. E neppure con i foggiani, anche se molti di loro si sono risentiti per una canzone che ho cantato da Fiorello. E chiedo scusa pure ai calabresi: nel nuovo film c’è una battuta terribile su Vibo Valentia».
CHECCO ZALONE: “VOTAI PER LA PRIMA VOLTA BERLUSCONI..:”
Il giornalista incalza quindi Zalone sulla politica: «Sono del 1977. Ho votato per la prima volta nel 1996: Berlusconi secco. Perse. Per un po’ mi sono astenuto. L’ultima volta ho votato Renzi. E ha perso pure lui». Sulle Sardine l’attore di Bari non si esprime («Non le ho ancora capite. Non mi esprimo. Certo, questo leader con il cerchietto tra i capelli…»), mentre su Salvini afferma: «Non ho capito neppure lui. So solo che è un grande comunicatore. E un grande paraculo. Ora vedo che sta tentando di diventare un po’ democristiano…». Zalone tornerà al cinema fra pochi giorni, il prossimo 1 gennaio, con l’attesissimo Tolo-Tolo: «Cosa significa? Solo solo. È la storia di un italiano scappato in Africa, inseguito dai debiti. Nel Paese scoppia una guerra civile. E lui tenta di rientrare in patria, unico bianco tra i profughi. Incontra una donna. E un bambino: Dudù. “Ti chiami come il cane di Berlusconi!” gli urla. Cambierà qualcosa dopo il mio film? Non cambierà nulla, né ho questa ambizione. Però è stato un’esperienza straordinaria. Abbiamo girato in Kenya, in Marocco, a Malta, dove abbiamo ricreato i campi di detenzione libici. Venti settimane di lavoro durissimo. Ieri era il Data-Day».