WhatsApp down: il Capodanno 2020 sta riservando qualche brutta sorpresa alla popolare app di messaggistica. Milioni di persone la stavano usando per mandare gli auguri a cari, parenti, amici e colleghi di lavoro, quando sono cominciati i primi problemi. I disservizi sono comprensibili, considerando che è quella tra il 31 e l’1 gennaio è la fascia in cui WhatsApp raggiunge uno dei suoi picchi di utilizzo. Del resto parliamo di un’applicazione che viene usata da oltre un miliardo di persone in 180 Paesi. L’hashtag #whatsappdown è diventato dunque trend sui social in poco tempo. C’è chi segnala problemi nell’invio e nella ricezione dei messaggi, altri lamentano difficoltà nella connessione, ma non mancano utenti che non riescono ad effettuare il log-in. Una cosa è sicura: non è la prima volta che vi parliamo di un blackout da parte dell’app di messaggistica. I precedenti quindi non mancano: è successo anche nei mesi scorsi, ma anche in occasione dello scorso Capodanno WhatsApp ha fatto parlare di sé per i suoi problemi.
WHATSAPP DOWN A CAPODANNO: PROBLEMI ANCHE NEL 2017
WhatsApp fece crash anche sul finire del 2017Capodanno e l’applicazione smise di funzionare. I primi problemi coinvolsero gran parte dell’Europa, ma disagi furono segnalati anche in India, Giappone e Brasile. L’applicazione di messaggistica smise di funzionare per un’ora. Di WhatsApp down si parlò a lungo sugli altri social, mentre sui siti specializzati veniva comunicata la mappa dei malfunzionamenti. Ad esempio, il sito DownDetector, che monitora le interruzioni sulle reti, evidenziò che il servizio di messaggistica rimase fuori uso in tutto il Nord Europa e in Spagna, con problemi estesi anche in Italia. Arrivò addirittura a registrare un picco di 3186 segnalazioni intorno alle 20. Chi voleva inviare messaggi, fotografie o video di come stava trascorrendo le feste rimase deluso. E pensare che fino a qualche anno fa ci si lamentava degli sms che verso la mezzanotte di Capodanno non partivano e delle linee intasate che non facevano partire le chiamate. I problemi persistono anche oggi, solo che è cambiata la tecnologia.