Un caso molto strano e “particolare” è avvenuto oggi sull’asse giudiziaria Brescia-Sassari: il Tribunale lombardo ha infatti condannato Yasin Khan, un 25enne richiedente asilo del Bangladesh, per il reato di terrorismo ma nello stesso momento il giovane – al momento detenuto in Sardegna – è stato anche liberato con effetto immediato. Il motivo? Semplice, la condanna emessa dal giudice computa di un anno, 3 mesi e 11 giorni, lo stesso periodo di tempo scaduto esattamente oggi per la detenzione in carcere a Sassari. L’assurdo cortocircuito tutto italiano nasce tutto con l’arresto in un centro d’accoglienza a Monticherai, nel Bresciano, poco più di un anno fa: in tasca aveva un documento ritenuto falso con la data di nascita nel 1993 mentre sarebbe nato nel 1998. Secondo le indagini dell’anti-terrorismo, Khan avrebbe fatto propaganda online in nome dell’Isis non solo in Italia ma anche quando si trovava in Libia, dove risulta tutt’ora sotto indagine.
ISIS, IL “CORTOCIRCUITO” TRA CARCERE E TRIBUNALE
È stato identificato, smascherato e arrestato: finito nel carcere di Sassai, il processo incominciato si è concluso proprio oggi, quando ha avuto effetto “retrodatante” la condanna inflittagli dal giudice di Brescia. Durante la lettura della sentenza, riporta l’Ansa, il giudice ha disposto a liberazione immediata alla luce del tempo già trascorso in cella ma per il condannato per terrorismo ha anche riportato il nullaosta per l’espulsione dal territorio italiano. Come riportato dal Ministro degli Esteri Di Maio nel suo recente viaggio in Libia, il rischio fortissimo per il terrorismo e i foreign fighter è altissimo se dovesse continuare o deflorare del tutto la guerra totale tra Haftar e Sarraj (con l’ingresso di Russia e Turchia a complicare il tutto, ndr): un rischio nazionale ma anche locale, come ha recentemente ricordato assessore regionale a Sicurezza, Polizia locale e Immigrazione per la Regione Lombardia Riccardo De Corato, «Secondo l’Italian Terrorism Infiltration Index 2019, la Lombardia è la regione italiana a maggior rischio di infiltrazioni terroristiche. Forse dobbiamo solo ringraziare il lavoro costante di intelligence se nel nostro Paese e nella nostra regione non è ancora successo nulla di grave».