La tragica vicenda avvenuta quest’oggi a Padova, il bimbo scosso troppo forte dalla madre, e morto cerebralmente, potrebbe capitare ad altre persone. Lo ha spiegato lo psicologo Oscar Miotti, vice presidente dell’ordine del Veneto, che intervistato dal TgR Rai ha spiegato: “Tutti potremmo essere persone che compiono questi atti perchè perdiamo la pazienza, perchè il bambino ha un pianto strillante, e soprattutto, è inconsolabile e non si capisce perchè”. Non è da escludere che la donna che ha scosso il proprio figlio possa aver avuto comunque già delle difficoltà psichiche: “Può essere una mamma che ha una depressione post-parto – aggiunge il dottor Miotti – e che quindi ha un pregresso”. Quale è il consiglio in questi casi? “Il consiglio è di aiutarla – continua – ci sono molte donne sole per separazione o altro, e dovrebbe esservi un supporto anche da parte delle istituzioni”. Quindi Miotti spiega perchè un bimbo non va scosso così in tenera età: “Non bisogna scuoterlo perchè il cervello è liquido, le strutture del cervello sono liquide, e si rischia di fare dei danni e delle emorragie molto gravi. Il consiglio è fare altro, ad esempio lo si può mettere in passeggino, fargli fare un giro in macchina se possibile, oppure, far sentire un rumore continuo come il phon”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PADOVA, MAMMA SCUOTE NEONATO DI 5 MESI: LA RICOSTRUZIONE
È in condizioni gravissime e rischia la morte cerebrale il bimbo di 5 mesi che da sabato scorso è in coma a Padova: secondo le stime dei medici e degli inquirenti, informati dal reparto di terapia intensiva di Pediatria, responsabile di questa grave situazione è la giovane mamma 29enne che lo ha violentemente scosso perché non dormiva. Dopo la corsa disperata in ospedale e i primi esami svolti in corsia, i medici hanno richiesto l’intervento della commissione speciale per il vaglio effettivo della morte cerebrale: è stata la stessa giovane madre ad aver confessato ai carabinieri e ai giudici che l’hanno interrogata di aver cullato troppo forte il piccolo neonato dopo ore in cui non ne voleva sapere di dormire nella culla. La donna, 29 anni, origini vicentine ma residente a Mestrino, ha chiamato il 118 dopo aver visto che il piccolo non respirava più: se così tutto venisse confermato, gli esperti della Procura già parlano del caso tipico del «Baby shake syndrome», la sindrome studiata da anni nata proprio dallo scotimento su piccoli bambini con i gravissimi danni cerebrali e neurologici da essa originati.
PADOVA, INDAGATA LA MAMMA CHE AVREBBE SCOSSO IL BIMBO
Il fenomeno è purtroppo poco conosciuto ancora ai più e gli stessi genitori pure nel 2019 a volte cadono dalle nuvole davanti ad una sindrome assai pericolosa e non così rara: in Italia da tempo è stata organizzata una campagna specifica dal nome “Non scuotere il bebè” che parla con studi e consigli pratici di tutti i pericoli che possono incorrere nella “sindrome da bambino scosso”, chiamato anche “trauma cranico abusivo”. Secondo i medici esperti, il picco massimo di incidenza della baby shake syndrome si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, «quando i bambini non hanno ancora il controllo del capo perché i muscoli del collo sono deboli, la testa è pesante rispetto al corpo, e il cervello è ancora in fase di sviluppo». Nel caso drammatico di Padova al momento la mamma 29enne è indagata per lesioni gravissime e aggravate ma non è detto che sia il tutto originato da maltrattamenti “ripetuti” sul bimbo: può purtroppo essere originato anche da un raptus improvviso dovuto appunto al pianto prolungato e allo stress “tipici” del post-parto.