Trascorrere il Capodanno in una New York ante litteram che dominava il panorama circostante con le sue “torri” e che sembrava quasi un anacronismo durante il Medioevo, oltre che per il fatto di trovarsi nel cuore della Toscana? Beh, è esistita e per fortuna esiste ancora e risponde al forse meno evocativo nome di San Gimignano, dove però le bellezze del luogo e quello skyline così originale e inusuale rappresenta ancora oggi una delle chicche che una delle zone più delle della nostra penisola riesce a regalare. Si trova infatti in provincia di Siena, immerso tra i celeberrimi colli del Chianti e quelli non certamente meno suggestivi della Val d’Orcia questo piccolo comune di poco più di 7000 abitanti che è stato ribattezzato la “New York del Medioevo” proprio per via delle sue numerose torri e anche per una conformazione urbanistica singolare che ancora oggi attrae centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo. Andiamo dunque alla scoperta di San Gimignano e delle sue bellezze in quello che può trasformarsi (per chi ha qualche giorno da dedicarvi) in un tour anche tra Certaldo, Volterra e le altre “perle” che questo angolo di Toscana sa offrire e che rappresenta un’ottima meta per chi vuole trascorrere un Capodanno alternativo e immersi in un’atmosfera medievale.
CAPODANNO A SAN GIMIGNANO, LA PERLA DELLA TOSCANA
Il borgo di San Gimignano, il cui centro storico è stato riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (1990) proprio in virtù di queste sue architetture che sembrano aver portato, con una macchina del tempo, un angolo di Medioevo in epoca contemporanea e in condizioni di conservazione pressoché perfette, è un borgo antichissimo le cui origini risalgono certamente a prima dell’anno Mille anche per via delle primi documenti ufficiali datati attorno al 900 d.C.: la sua lunga storia si intrecciò prima con quella degli Etruschi negli ultimi secoli prima di Cristo e successivamente con altre dominazioni tra cui quella longobarda e di cui oggi restano alcuni ruderi nei dintorni a testimoniarne la presenza. Ma è tra il Duecento e il Trecento che San Gimignano vive uno dei periodi di massimo fulgore ed è quando viene progettato quell’impianto urbanistico tipico dell’Età dei Comuni che ancora oggi è possibile ammirare: non va dimenticato che il centro abitato si trovava lungo la trafficata Via Francigena (che dalla Francia conduceva a Roma e poi nei porti del Sud dove si salpava per la Terrasanta) e che l’espansione urbana che inglobò pian piano i borghi vicini resero San Gimignano un centro rinomato grazie al florido commercio anche con popolazioni oltre le Alpi. Dopo il Trecento, tuttavia, carestie ma anche guerre locali e congiuntura economica segnarono un periodo di declino e il passaggio sotto l’influenza di Firenze e dei Medici, e secondo gli storici fu questo a contribuire a quella che è stata definita la “cristallizzazione” di certe caratteristiche del Comune nel periodo di maggior splendore e che si sono poi conservate nel tempo: ad ogni modo è solo in età moderna che si è cominciato a valorizzare San Gimignano e i suoi dintorni.
LE TORRI MEDIEVALI E LO SKYLINE… SIMILE A QUELLO DI NEW YORK
Tornando al presente, prima di fare un piccolo e ideale tour tra le vie di San Gimignano, è bene ricordare l’omonimo santo che ne è diventato patrono: conosciuto pure come Geminiano, visse tra il 312 e il 397 e fu vescovo di Modena, ma è dopo la sua morte che, tra leggenda e documenti storici, si parla di alcune sue miracolose apparizioni e dell’episodio avvenuto durante i suoi funerali, quando un chierichetto cercò di rubargli un anello dal dito e, punito con la cecità per il suo furto, riottenne la vista dopo aver restituito la reliquia che venne custodita nella Collegiata di Santa Maria Assunta, ovvero il Duomo locale (consacrato al Santo nel 1148), dando così il nome al Comune anche se secondo altri ha una derivazione latina, da “geminus” ovvero i gemelli. Lo skyline di cui si diceva all’inizio, molto suggestivo soprattutto nelle belle giornate o al tramonto, è il miglior esempio ancora oggi visibile di come nel Medioevo si intendesse l’urbanistica dei Comuni e senza dimenticare lo spettacolo delle sue imponenti mura fortificate. Nel già citato periodo di massima espansione economica e culturale il centro arrivò a contare ben 72 torri di dimore signorili e che stavano a indicare in modo vistoso l’importanza di ciascuna famiglia, anche se di queste oggi ne rimangono 14 e a tal proposito va ricordate che quelle di Palazzo Salvucci sono considerate “torri gemelle” erroneamente dato che dono frutto di un sotterfugio per cui furono progettate in modo che la parte alta della prima corrispondesse alla base della seconda e “ingannare” così una legge del tempo che voleva qualsiasi altra torre meno alte di quella del Podestà: una visita del centro storico può cominciare dalle due principali piazze cittadine, ovvero Piazza del Duomo col suo Palazzo Comunale e Piazza della Cisterna col suo curioso pozzo ottagonale. Oltre al Palazzo dello stesso Podestà e la torre Rognosa usata come prigione, meritano una visita pure il Palazzo Chigi-Useppi, le case di alcune nobili famiglie e che sono arrivate a noi ben conservate e pure l’esoterica Torre del Diavolo (con tutto il suo bagaglio di storie e leggende) e i musei della Vernaccia (dedicato al locale vino bianco D.O.C.G.) e della Tortura, con la sua macabra collezione di strumenti adoperati per punire e giustiziare carcerati e condannati a morte.