Aveva fatto il giro del web la notizia della ragazza che voleva buttarsi sotto la metro di Milano, e che era stata salvata da un dipendente dell’Atm. L’episodio era avvenuto ad inizio mese, e la foto dell’uomo che come un padre, aveva preso in braccio la fanciulla per riportarla sulla banchina, aveva commosso l’opinione pubblica. A quasi un mese da quella vicenda, la polizia locale di Milano ha fatto chiarezza sull’episodio. Quella giovane donna ha 18 anni ed è incinta, ma soprattutto, da tempo viene maltrattata dal compagno, un 32enne originario del Marocco. Pochi giorni dopo l’episodio del tentato suicidio, il 17 dicembre scorso, questi era stato arrestato in flagranza di reato, mentre in strada prendeva a calci la 18enne: una serie di colpi violenti all’anca, alla presenza della madre di lui, e di un bambino piccolo di tre anni. Fermato dalla polizia municipale si era giustificato dicendo «Sto solo mettendo le mani addosso a mia moglie», e subito dopo è stato portato al comando di Zona 7, accusato di maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’aver commesso il fatto nei confronti di una donna incinta e alla presenza di un minore.
RAGAZZA CHE VOLEVA BUTTARSI IN METRO’: UNA VICENDA DI MALTRATTAMENTI
La 18enne è stata invece affidata agli uffici del Nucleo Tutela Donne e Minori, coordinato dal commissario capo Luca Zenobio. Non ha sporto denuncia nei confronti del suo compagno, ma ha comunque spiegato che quella non era la prima volta che veniva picchiata. Le violenze andrebbero infatti avanti dal marzo 2017, mentre un altro episodio risalirebbe allo scorso mese di ottobre, quando la ragazza era stata ricoverata presso la clinica Mangiagalli di Milano per un ematoma all’occhio ed altri lividi a seguito di una lite. Il 32enne, privo di documenti, si trova al momento in carcere presso San Vittore in attesa del processo, e alle forze dell’ordine ha spiegato che era stata lei a colpirlo per prima. Una vicenda di violenza, emarginazione e degrado, che speriamo sia definitivamente finita.