È ancora prematura la diffusione della ricerca periodica “SPIVA® U.S. Scorecard” (S&P Indices Versus Active) elaborata dalla divisione di S&P Global relativamente ai dati di performance (o sotto performance) dei fondi per l’anno 2019. Prescindendo dalla sua prossima uscita, quanto rappresentato il mese scorso attraverso il cosiddetto report “Mid-Year 2019” attira la nostra attenzione. Consultando il rapporto, tra le categorie analizzate, si evince come al 30 giugno scorso ci sia stato un incremento (rispetto al 2018) della percentuale di tutti coloro che non siano in grado di poter “battere” il proprio benchmark di riferimento nell’arco temporale annuale (rif. 1-Year %). Soffermandoci ai soggetti appartenenti alla sola tipologia “All Large-Cap Funds“, e raffrontando il risultato da loro conseguito rispetto a quello dell’indice azionario Usa S&P 500, si può osservare un aumento al 69,86% dal precedente 64,49% di fine anno scorso. Meno di un terzo dei money manager riesce nell’intento di creare valore aggiunto per l’investitore.
Estendendo l’osservazione ai singoli time frames riportati (rif. 3, 5, 10 e 15 anni) si nota un peggioramento dell’intero quadro d’insieme: a 3 anni si passa al 70,74%, a 5 anni si arriva al 78,52%, mentre a 10 anni si sfiora quota 90% (88,05%) per successivamente (quasi) conseguirla a 15 anni con una percentuale pari all’89,83%. Tenuto conto dell’incremento del mercato azionario nel corso della seconda parte dell’anno si può ipotizzare che la mancanza di alpha si sia ulteriormente consolidata.
Dal punto di vista quantitativo, i dati presenti nell’intera research possono ritenersi utili come valido e indispensabile strumento informativo per meglio comprendere le diverse dinamiche della gestione del risparmio. Si tratta di un vero e proprio mondo a sé caratterizzato da molteplici modi per meglio approfittare (così si auspica) dei movimenti di mercato. Sono molte le strategie, innumerevoli i veicoli offerti, ampie le documentazioni da dover obbligatoriamente approfondire prima della sottoscrizione.
Come già anticipato, con l’inizio del nuovo anno, forniremo puntualmente la nostra view attraverso “l’analisi del dato” proveniente dai mercati internazionali (azionari, obbligazionari, materie prime e valutari). Non utilizzeremo un “parametro di riferimento” o cosiddetto benchmark al quali dover raffrontare la nostra operatività poiché vogliamo ritenerci “liberi” da ogni tipo di vincolo ribadendo il recente concetto che «il mercato è solo “il mezzo”, mentre i bisogni degli investitori sono “il fine”».
Per meglio descrivere il nostro approccio all’investimento vogliamo rifarci ad alcuni estratti presenti nel più volte richiamato Glossario sul sito di Borsa Italiana. Il nostro “stile” sarà total return ovvero «finalizzato all’ottenimento di un rendimento costante indipendente dall’andamento dei mercati» mediante «la gestione dinamica del portafoglio». A quest’ultima, si ritiene opportuno affiancare la definizione dell’approfondimento relativo all’Asset Allocation: «L’asset allocation dinamica, infine, rappresenta un genere di allocazione degli investimenti ancora più orientato a una lettura del mercato sotto la prospettiva temporale del breve termine. Spesso si fa riferimento all’asset allocation dinamica per spiegare rapidi adattamenti del portafoglio a brusche variazioni del mercato; va però sottolineato che il fattore tempo (timing) è in generale un elemento molto importante per l’asset allocation che è considerata in generale come un processo dinamico».
Ritenendo che “la finanza” sia sinonimo di dinamicità, una cosiddetta «asset allocation dinamica», rappresenta la più adeguata struttura di approccio al mercato. Il nostro costante presidio permetterà la copertura informativa sulle principali asset class monitorandone (ex ante) sia il proprio potenziale rendimento atteso che il rischio sottostante, il tutto, come già definito, in ottica di breve termine attraverso un’attenta valutazione del timing di ingresso e/o uscita.
Vogliamo ricordarlo e ribadirlo: non sarà una gara contro nessuno, ma “semplicemente” una traduzione tra quanto accade ogni giorno sul mercato e il nostro dovere di aggiornare tutti voi riducendo al minimo i commenti e lasciando invece parlare i numeri.
Ogni “anno finanziario” è sempre complesso e ha una sua dinamica che lo caratterizzerà nel corso della propria storia. Lasciamo agli economisti l’economia, ai banchieri la finanza, a noi – come sempre – la dovuta informazione.