Terence Hill torna stasera in tv con il suo ultimo lavoro cinematografico, “Il mio nome è Thomas”, film per il grande schermo da lui scritto, diretto ed interpretato e che giunge a distanza di 24 anni dal suo “Botte di Natale”, che lo vide al fianco di Bud Spencer. Il compianto attore, venuto a mancare nel giugno del 2016, per anni ha rappresentato l’inseparabile compagno, sul set, di Terence Hill. E proprio a Bud, al secolo Carlo Pedersoli, è dedicata la pellicola in onda nella prima serata di oggi di Rai1. Nel film di Terence Hill c’è molto del suo collega ed amico, sia sul set che fuori, partner di tante pellicole che hanno caratterizzato la lunga epopea degli spaghetti-western. In una intervista video a CG Entertainment, proprio Terence Hill ha rivelato un aneddoto che ha a che fare con una telefonata ricevuta da Giuseppe, figlio di Bud Spencer, proprio durante le riprese di “Il mio nome è Thomas”. Terence era impegnato nella ricerca del luogo giusto per una inquadratura quando finalmente, insieme al suo scenografo individuarono quello ideale per le scene: “Mi sono ricordato che un regista italiano diceva ‘cercare, cercare e mai dire sì'”, ha commentato Hill, che decise così di proseguire nella sua ricerca.
TERENCE HILL E L’ANEDDOTO DELLA TELEFONATA DEL FIGLIO DI BUD SPENCER
Proprio nel bel mezzo della ricerca, squillò il cellulare di Terence Hill: “E’ il figlio di Bud Spencer, Giuseppe, che mi dice ‘guarda che mio papà è andato via proprio in questo momento'”. Dopo la notizia della morte dell’amico e collega, Terence Hill si allontanò momentaneamente dal resto della troupe per poter vivere in solitudine quel momento di grande tristezza, al quale però ben presto giunse un altro sentimento. “Dopo un paio di minuti ebbi una grande gioia nel cuore, non so come mai, e ho capito che Bud era lì e mi diceva ‘guarda non fare il cretino come sempre che cerchi, cerchi. Questo è il posto ideale'”, ha raccontato l’attore e regista che, di ritorno, annunciò al resto della squadra di aver trovato finalmente il posto giusto per l’inquadratura. Dopo aver fatto ritorno in Italia, Terence Hill comprese di aver incontrato Bud la prima volta nel deserto e proprio lì lui se ne andò per sempre. “In quel momento ho compreso che avrei dovuto dedicare il film a Bud Spencer”, ha spiegato.