Metti una cittadina nella provincia profonda, anzi, una meta turistica un tempo di moda, distante dal capoluogo una manciata di chilometri, che però bastano a portarti in un altro mondo: un mondo dove ci sono solo boschi, mulattiere, vacche e pascoli; dove i cellulari non hanno mai campo, dove il Wi-Fi è un miraggio, e per i ragazzi le sole occasioni di svago sono l’oratorio o una vecchia sala giochi.
Metti un istituto alberghiero, classe 1C: lì si incontrano Rossa, detta “tette grosse” per ovvi motivi, e che ha avuto in sorte il suo nome in forza della passione sfrenata del padre per la Ferrari, e Maffeo Tassoni, un ragazzo strano, “che confonde le parole” perché dislessico, e che vive solo con la madre, originaria di un’altra regione d’Italia, in una cascina isolata.
Manco a dirlo, i due non si sopportano, ma presto dovranno passare molto tempo insieme: ecco, in sintesi, la trama di Nibelli Zontro. Storia di Rossa tette grosse e Maffeo che confondeva le parole (Giunti, 2019) di Roberto Tiraboschi.
Bergamasco, autore e formatore teatrale, Tiraboschi insegna a Ca’ Foscari al Master in Fine Arts, e ambienta la sua storia nelle valli poco sopra Bergamo; e se, nel racconto, affidato alla voce narrante di Rossa, i nomi sono un po’ modificati, chi conosce e ama quei luoghi non può non riconoscerli, grazie alle bricioline di pane disseminate dall’autore: una cittadina all’imbocco di una valle con un istituto alberghiero, i portici, la pasticceria-gelateria del Bigio, il fiume che costeggia l’abitato … Ma ciò che conquista chi cade in questo romanzo che cattura sin dalle prime pagine è la storia, profonda nella sua apparente semplicità.
Tutto inizia il primo giorno di scuola: Rossa è finita all’alberghiero senza entusiasmo, perché “è una scuola che dà un lavoro sicuro”, a detta del padre. Certo, la ragazza, all’apparenza menefreghista e strafottente, non si sente all’altezza del fratello maggiore, il genio di famiglia, che frequenta ingegneria a Milano col sogno di entrare in Ferrari, e che ogni settimana torna a casa onusto di gloria e di voti dal 28 in su.
Oltre allo stupore di trovarsi in classe quello strambo di Maffeo, Rossa ha anche un’altra pessima sorpresa: un professore di italiano particolare, metodico, e strano: che significano gli oggetti disposti sulla cattedra in assoluto silenzio prima di iniziare lezione, come in un rituale? In particolare, che senso hanno quelle forbicine coi manici gialli, più adatte a un bambino che a un professore di lettere? E la scatola di pastelli che un giorno gli cade dalla borsa?
Bellini ha una fissa: il Medioevo e Dante (all’alberghiero, poi!); presto, rendendosi conto delle difficoltà di Maffeo, che non ha un pc, chiede a Rossa di aiutarlo a studiare, usando i programmi specifici per i dislessici. La ragazza accetta senza entusiasmo, perché spera di ingraziarsi il professore e di sfangare la sufficienza in italiano, ma l’antipatia per Bellini resta forte. Sì, perché Tiraboschi ha il buonsenso di non cadere nella facile trappola dell’idealizzazione: non ci presenta un professore estroso, comunicativo, trascinante come il John Keating dell’Attimo fuggente; piuttosto, Bellini è grigio, cupo, persino scostante, e la sua estrema discrezione sembra celare un segreto. Che Rossa scopre con un veloce giro su Google: il professore è stato accusato di pedofilia da due studenti della scuola dove insegnava in precedenza, a Bologna. Chiesto il trasferimento, è stato catapultato in quell’istituto a centinaia di chilometri di distanza da casa, e anche se è stato assolto in primo grado, ora deve aspettare il secondo grado di giudizio.
Purtroppo la notizia si diffonde anche nelle altre famiglie, ed allora è il putiferio: petizioni di genitori contro Bellini, che chiede un periodo di aspettativa, mentre nel frattempo Rossa e Maffeo continuano a studiare insieme esercitarsi nella lettura con Il buio oltre la siepe: Rossa legge ad alta voce per l’amico e scopre, lei che non aveva mai preso in mano un libro, che i personaggi di quelle pagine si animano, vivono con noi, ci possono accompagnare nella nostra vita. Il romanzo di Harper Lee non è scelto a caso: non solo nella vita di Bellini ha avuto un ruolo, anche Tiraboschi con il suo racconto insegna a guardare al cuore delle persone e delle situazioni, e a fare la tara ai pregiudizi.
E il Nibelli Zontro del titolo chi è? Leggete per bene e scoprirete da dove venga questo strano nome.