Camilla e Gaia hanno attraversato con il verde, o almeno così sostengono i legali delle due 16enni falciate a Corso Francia una settimana fa: secondo l’avvocato della famiglia di Camilla Romagnoli «il semaforo pedonale teatro dell’incidente che ha causato la morte di Gaia e Camilla non prevede il giallo per chi attraversa e le ragazze avrebbero iniziato l’attraversamento con il verde per i pedoni». Lo spiega Cesare Piraino nell’atto depositato in Procura dove si offre una versione del tutto diversa da quella fornita da alcune testimonianze dirette sul luogo dell’incidente, vicino Ponte Milvio: come sottolinea ancora l’avvocato che collaborerà con Giulia Bongiorno, legale dell’altra ragazzina Gaia, il semaforo per l’attraversamento pedonale di Corso Francia ha una peculiarità obiettiva: «non prevede, per avvertire i pedoni dell’imminente sopraggiungere” del verde per le “automobili il caratteristico ‘giallo per i pedoni‘ ma prevede che al ‘verde per i pedoni’, che dura 26 secondi e mezzo circa, segua soltanto un ‘verde lampeggiante’ che dura appena tre secondi e 40, a cui segue repentinamente e immediatamente il ‘rosso’, sempre per i pedoni e contestualmente dopo un secondo circa, sopraggiunge il verde, cioè il via libera, per le automobili della carreggiata». Se la tesi venisse anche confermata dalle immagini di videosorveglianza e dalle ricostruzioni delle scientifica, spiegano ancora i legali di famiglia Romagnoli, «la circostanza appare determinante sul profilo probatorio poiché se è vero che il giovane Pietro Genovese sia sopraggiunto su quelle strisce pedonali col verde e la macchina a fianco, nel frattempo, si sia fermata per far passare le ragazze», conclude Piraino nell’atto già depositato, «è certo che le stesse abbiano iniziato l’attraversamento pedonale con il verde e che si siano imbattute, subito dopo, nel “verde lampeggiante” e quindi, dopo appena tre secondi e mezzo, nel “rosso” senza poter fare, loro si, null’altro che subire la morte». Resta da capire però non solo se siano passate col rosso o col verde ma anche la stessa permanenza o meno sulle strisce pedonali: gli avvocati di Gaia e Camilla sostengono al momento l’esatto contrario della ipotesi principale accettata, a livello preliminare, dalla Procura.
GIULIA BONGIORNO SARÀ LEGALE DELLA FAMIGLIA DI GAIA
L’ex Ministro della Pubblica Amministrazione nonché avvocato in diversi vari processi “famosi” Giulia Bongiorno sarà l’avvocato che difenderà la famiglia di Gaia Von Freymann, una delle due ragazze di 16 anni investite e uccise nella notte tra il 21 e il 22 dicembre a Roma in Corso Francia. Per quell’incidente Pietro Genovese, il 20enne figlio del noto registra, è al momento agli arresti domiciliari in attesa che si dipani al meglio la piena ricostruzione dei fatti che hanno preceduto e susseguito il tremendo impatto a pochi passi da Ponte Milvio: «Non è un videogioco. Ci sono due ragazze morte, due ragazze in carne e ossa, e quattro genitori che, di fronte a quello che sta succedendo, ogni giorno sentono amplificare il proprio dolore», spiega la Bongiorno stamane a Virginia Piccolillo nell’intervista sul Corriere della Sera, «È’ accaduta una cosa devastante: chiunque abbia figli non riesce a pensarci senza piangere. Ma questa tragedia si sta trasformando, giorno per giorno, in una fiction». Il problema mediatico, secondo l’ex Ministra della Lega (ma anche paladina della difesa contro la violenza sulle donne) è primario in questo caso con il proliferare «di testimoni mediatici che raccontano fatti spesso in contrasto tra loro. E ogni elemento, nonostante le contraddizioni, viene amplificato come fosse la verità».
LE NUOVE PERIZIE SULL’INCIDENTE DI CORSO FRANCIA
Secondo la neo-avvocato della famiglia di Gaia, i commenti offensivi sulle indagini arrivano ad ledere anche la stessa memoria delle due 16enni: «si dice che Gaia e Camilla (Romagnoli, ndr) erano incoscienti prendendo per buone voci tutte da verificare e si dà per pacifico che le ragazze abbiano scavalcato il guard-rail, che abbiano attraversato lontano dalle strisce, a semaforo rosso, che siano state mezze pazze, ormai sembra quasi si siano suicidate». Sono però emerse proprio questa mattina le nuove perizie sul luogo dell’incidente, dove si arriverebbe ad una embrionale conferma delle prime testimonianze: le due ragazze investite da Pietro Genovese non erano sulle strisce pedonali al momento dell’incidente. Al momento, spiega il Messaggero, le immagini di videosorveglianza della zona non avrebbero aiutato granché a definire quello che è un punto dirimente dell’intera indagini e dinamica dei fatti: alcuni amici e le famiglie di Gaia e Camilla dicono che stavano attraversando sulle strisce, altri invece sostengono l’esatto contrario e al momento le ipotesi e le perizie darebbero ragione a questi ultimi, ma ancora il caso è davvero apertissimo. La Bongiorno, proprio su questo punto insiste col Corriere della Sera «c’è chi ha addirittura inventato di sana pianta una sorta di “roulette russa” stradale. O addirittura ha obiettato che le ragazze non avrebbero dovuto stare in giro a quell’ora, che i genitori avrebbero dovuto controllarle»: e infine, lancia un appello ai media, «I tempi della giustizia non sono veloci come quelli delle notizie, che magari poi vengono smentite. Allora resistete alla tentazione di trattare queste ragazze come i personaggi di una fiction».