Carlos Ghosn, ex amministratore delegato del gruppo Renault-Nissan, è fuggito dal Giappone, dov’era detenuto agli arresti domiciliari con l’accusa di appropriazione indebita di fondi della sua ex società dal 2010 al 2018, nonché di frode fiscale e abuso di fiducia aggravata per un ammontare stimato attorno ai 73 milioni di euro. Tra le accuse, anche quella di aver trasferito fondi dalla Nissan ad un concessionario in Oman, da cui avrebbe poi distratto 5 milioni di dollari per uso personale. Il supermanager, che stava aspettando di essere processato dopo un periodo di detenzione (100 giorni di carcere duro, come il sistema penale giapponese consente), ha trovato rifugio in Libano, Paese d’origine della sua famiglia, di cui Ghosn possiede la cittadinanza. Resta ancora da capire, però, come l’ex ad di Renault-Nissan abbia fatto a lasciare Tokyo visto che, proprio per scongiurare il pericolo di fuga, le autorità nipponiche gli avevano ritirato tutti i passaporti (brasiliano, francese e, appunto, libanese).
CARLOS GHOSN IN FUGA DAL GIAPPONE
Carlos Ghosn era tornato libero su cauzione sborsando n miliardo di yen, ovvero circa 7.8 milioni di euro. L’ipotesi ritenuta al momento più credibile è che il supermanager abbia raggiunto il Libano con un jet privato, beneficiando così di una qualche collaborazione esterna. Una mossa, quella di Ghosn, che deve aver sorpreso anche il suo stesso avvocato, il quale, in concomitanza con la diffusione della notizia della fuga del proprio assistito, ha commentato: “Sono sbalordito”. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, poco dopo è stato lo stesso Ghosn a parlare dal suo nuovo riparo: “Ora sono in Libano e non sarò più ostaggio di una giustizia giapponese truccata, in cui si presume la colpa, in cui la discriminazione dilaga e i diritti umani fondamentali sono negati. Non sono fuggito dalla giustizia, ma dall’ingiustizia e dalla persecuzione politica. Ora posso finalmente comunicare liberamente con i media e non vedo l’ora di iniziare la prossima settimana”.