Intervistato per la Gazzetta.it, Bruno Barbieri svela la sua passione per le due ruote, oltre che il talento indiscutibile per la cucina. Il giudice di MasterChef è un ultrà della Ducati: “Per forza, abito a 500 metri da Borgo Panigale! La sento qualcosa di casa mia che fa la guerra alle grandi case giapponesi. È l’Italia della moto, quando vedi quella carena rossa come fai a non emozionarti? La Ducati è unica, la devi ‘violentare’ e buttarti sempre dentro. Ma ti ricordi Stoner iridato? Sembrava che la cavalcasse”. Spazio anche per un pensiero su Valentino Rossi: “Un caro amico, ci ha invitato anche nella sede della VR46 per una delle più belle esterne nella storia di MasterChef Italia. Soffro a vedere Valentino nelle retrovie, forse è arrivato anche per lui il tempo di uscire di scena e dedicarsi ad altro, restando sui circuiti per tutta la vita. Io dico: «Sei una leggenda, ora divertiti e basta». Vedremo cosa farà”.
Bruno Barbieri, il giudice di MasterChef con la passione per le moto
L’intervista a Bruno Barbieri prosegue parlando di quanto – secondo lui – siano cambiate le gare di MotoGP: “A partire dal pubblico: una volta le gare diventavano un happening dove si faceva il barbecue alle tre di notte, si conoscevano un sacco di persone, si faceva casino… Del resto, si piantavano le tende anche una settimana prima. Oggi, gli appassionati di moto restano diversi da quelli della F.1 ma c’è meno tempo e si vuole consumare tutto subito”. Particolare anche il suo pensiero sui piloti: “Sono bravissimi per carità, ma lontani dagli eroi che ammiravo. Non sono così tecnico ma ho la sensazione che il manico conti in misura minore rispetto al passato. Mi pare ci sia una prevalenza del mezzo e della tecnica sull’uomo, aspetto che a me toglie l’ entusiasmo. Ma rispetto a quanto ci propina mediamente la F.1, ci si diverte sempre”. Oltre alle moto, anche la passione per le macchine: “Il mio amore è la Mini”. E su MasterChef, rivela di divertirsi ancora a giudicare i concorrenti: “È una delle cose che mi ha permesso di vivere in modo diverso una professione che per oltre 30 anni è stata totalizzante nella mia vita. Fare il cuoco a tempo pieno regala un sacco di soddisfazioni e io lo so bene visto che ho conquistato ben sette stelle Michelin. Ma toglie anche molto. E poi ero stufo di lavorare con l’ansia da prestazione”.