Il Partito Democratico ha quattro giorni di tempo per eliminare la riforma con cui Alfonso Bonafede abolisce di fatto la prescrizione o almeno ridurne l’impatto. Ma il nodo è semplice: Zingaretti sacrificherà un principio giuridico per mantenere viva l’alleanza col Movimento 5 Stelle? La riforma è entrata in vigore a Capodanno, ora i tempi sono stretti: si può varare una nuova legge che elimini l’abolizione di fatto della prescrizione, ma tra il rischio di elezioni anticipate e quello di processi che si allungheranno i dem potrebbero scegliere la seconda opzione, secondo quanto riportato da Il Giornale. Lunedì prossimo è in programma il vertice di maggioranza con cui si cercherà una mediazione in seno al governo. Si parla ora di trattative sotterranee che stanno andando avanti con l’obiettivo di cercare un accordo che al momento sembra improbabile un accordo tra le anime della maggioranza. Anche perché per i grillini l’entrata in vigore della riforma Bonafede è un trofeo che va sventolato, che segna uno dei risultati ottenuti in questi anni.
PRESCRIZIONE, RIFORMA BONAFEDE: ITALIA VIVA ROMPE ALLEANZA DI GOVERNO?
E dal Pd non arrivano proclami battaglieri. La nuova proposta dem allunga fino al massimo di tre anni e mezzo i vecchi termini di prescrizione, ma per il Movimento 5 Stelle è inaccettabile. Anzi la riforma Bonafede viene considerata una conquista da cui non si torna indietro. Secondo quanto riportato da Il Giornale, l’unica variabile che può sparigliare le carte è il disegno di legge presentato da Enrico Costa, di Forza Italia. Con un solo articolo azzera l’intera riforma. E su questa proposta si schierano attualmente tutte le opposizioni, anche la Lega, che aveva votato la legge di Bonafede quando era al governo senza tentennare, assicurando però che sarebbe stata accompagnata da misure di accelerazione dei processi, però mai arrivate. Ai voti dell’opposizione si potrebbero aggiungere quelli di Italia Viva, ma Matteo Renzi è davvero disposto a mettere in crisi l’alleanza di governo? L’opposizione ci crede, infatti Mariastella Gelmini ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di mettere in calendario la discussione in aula della legge Costa per il 13 gennaio, la prima seduta utile. Quel giorno si scoprirà anche l’orientamento di Leu.