Un discorso breve, netto, senza fronzoli e con pochi “colpi di testa” del Presidente meno prevedibile della storia americana: Donald Trump alla Casa Bianca ha ribadito come l’attacco alle basi Usa in Iraq della scorsa notte non è stato l’inizio di alcuna guerra mondiale, che non ci sono state vittime americane registrate e che resta intatta la forza dell’esercito Usa nel contrastare il progetto di bomba nucleare di Teheran. «Finché sarò presidente, l’Iran non avrà mai l’arma nucleare», afferma il Presidente Usa nell’incipit del suo discorso alla nazione americana nella mattina Usa, e aggiunge «nessun americano p rimasto ferito, solo piccoli danni ma i nostri soldati sono rimasti incolumi». Trump annuncia poi che verranno imposte nuove sanzioni all’Iran dopo le reazioni sia post uccisione di Soleimani che pre, con le azioni che hanno portato a diversi attacchi contro obiettivi Usa nel mese di dicembre: non solo, il tycoon rilancia «il generale iraniano Qassem Soleimani era il maggiore terrorista mondiale, con le mani sporche del sangue dei soldati americani e iracheni». Davanti ai prossimi step eventuali da muovere nello scacchiera del Medio Oriente, Trump ha spiegato come «tutte le opzioni restano sul tavolo per contrastare la minaccia dell’Iran». Teheran deve «abbandonare le sue ambizioni nucleari e finire di sostenere il terrorismo. Dopo l’attacco alle basi Usa, sembra che l’Iran stia allentando la tensione, che è una buona cosa per tutte le parti in causa». Oltre a chiedere alla Nato un maggior coinvolgimento in Medio Oriente, il Presidente americano ha chiesto che Europa, Cina, Russia e altri Paesi escano immediatamente dall’accordo sul nucleare iraniano, «dobbiamo collaborare tutti per stringere un nuovo accordo con Teheran che renda il mondo più sicuro». Al termine del suo discorso Trump si è poi rivolto direttamente al popolo e ai leader iraniani, affermando come gli Usa siano pronti fin da subito «ad abbracciare la pace con l’Iran».
LA GUERRA CON L’IRAN E I PROSSIMI STEP
Alle ore 17 (11 a.m. in America) il Presidente Donald Trump terrà il discorso alla nazione per informarla sullo stato degli aggiornamenti della guerra in atto tra Usa e Iran: o meglio, per capire se di guerra si possa parlare dopo la risposta nella scorsa notte di Teheran con l’attacco alle basi Usa in Iraq a fronte del raid americano contro il generale Soleimani. Il Presidente americano aveva twittato notte tempo «Valutazione delle vittime e dei danni in corso ora. Fin qui tutto bene! Abbiamo di gran lunga l’esercito più potente e ben equipaggiato al mondo», rimanendo al discorso imminente l’intero aggiornamento sui prossimi step, sulle strategie e sui presunti attacchi che gli Stati Uniti d’America (e i suoi alleati) potrebbero subire dall’alleanza sciita Iran-Iraq-Siria-Libano come “vendetta” per l’eliminazione del capo delle Guardie della Rivoluzione di Teheran.
IL DISCORSO DI DONALD TRUMP IN DIRETTA
Un discorso che verrà tenuto in diretta nazionale a reti unificate in America ma anche in diretta video streaming presso il canale ufficiale della Casa Bianca e dal quale il mondo intero attende una svolta: l’Iran chiede che la Nato non replichi all’escalation avvenuta con l’operazione ‘Soleimani Martire’ e nello stesso momento Israele ha invece richiesto una protezione massima per il proprio Paese dopo che i venti di guerra tra Iran e Iraq mettono a forte rischio l’intera area del Medio Oriente. Intanto, in queste ultime ore il presidente iracheno Barham Salih a sorpresa ha condannato gli attacchi dell’Iran, dicendo di «non essere disponibile a vedere l’Iraq trasformato in un campo di battaglia»; nel frattempo, mentre il Pentagono esclude che vi siano vittime americane nelle 80 annunciate da Teheran come esito dell’attacco di questa notte alle basi Usa di Al Asad ed Erbil, la Cnn ha riportato di come gli Stati Uniti siano stati informati in anticipo dell’attacco iraniano dalle loro basi dagli Iracheni, i quali erano stati allertati a loro volta da Teheran. Se così fosse confermato – e Trump potrà dare un aggiornamento decisivo in merito – è evidente che la reazione di Teheran all’esecuzione di Soleimani verrebbe nettamente ridimensionata rispetto alle voci di “guerra mondiale” espresse nella convulsa nottata irachena.