Il ‘Brescellum’ – o come si sono immediatamente premurati a definire gli stessi parlamentari ‘Germanicum’ perché vicino alla legge elettorale tedesca – potrebbe essere l’arma con la quale il Governo Conte-2 fronteggia la Lega e il Cdx che invece attendono l’esito della Consulta sul referendum per il Rosatellum Bis. La proposta presentata da Brescia prevede 391 seggi assegnati con metodo proporzionale, con soglia del 5%, con un meccanismo che permette il diritto di tribuna: vengono così cancellati i collegi uninominali del precedente sistema elettorale, mentre vengono utilizzati i 63 collegi proporzionali e le 28 circoscrizioni del Rosatellum Bis. Chiarito il punto della “tribuna”: nel testo del ‘Germanicum’ si stabilisce che qualsiasi partito non superi il 5% nazionale ma ottenga il quoziente medesimo in almeno 3 circoscrizioni in 2 Regioni, allora ottiene seggi in Parlamento. Dei 400 seggi della futura Camera – sempre che entri a regime la nuova riforma sul taglio dei Parlamentari (ma anche qui stamani ci sono novità sul secondo referendum in vista per la Primavera 2020, ndr) 8 spetteranno ai deputati eletti all’estero (nelle circoscrizioni estere con metodo proporzionale), mentre 1 seggio va all’eletto in Valle d’Aosta in un collegio uninominale. Sul tema delle preferenze, al momento il Brescellum-Germanicum non affronta ancora il merito visto che il Governo (unito tranne LeU su questa nuova legge elettorale) ha deciso come su listini e preferenze stesse si rinvii tutto al successivo confronto. Primo commento politico alla novità del Governo Conte-2 arriva dai parlamentari di Fratelli d’Italia, Prisco e Donzelli «Il sistema elettorale proporzionale depositato dal presidente Brescia è lo stesso che in Germania ha portato ad un inciucio permanente. Un ritorno alla palude della Prima Repubblica».
L.ELETTORALE: ACCORDO NON TOTALE MA VALIDO
Ieri le agenzie di stampa avevano battuto verso la serata il seguente dispaccio: «legge elettorale, salta l’intesa di maggioranza: Governo spaccato». E allora dopo settimane di discussioni, frizioni e semi-accordi su due diversi sistemi di proporzionale, sembrava che davvero il destino del Governo Conte-2 fosse appeso ad una ennesima, costante, separazione interna in attesa che l’agenda politica “detti” le prossime mosse: in realtà, il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, ha deciso di presentare la proposta di legge elettorale solo a sua firma per «iniziativa istituzionale», in modo da avere pronto un’ipotesi di testo lunedì prossimo quando la Consulta si pronuncerà sul referendum per il “maggioritario” presentato e richiesto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini e da tutto il Centrodestra. Il piano di Calderoli è infatti quello di richiedere un voto su un sistema maggioritario facendo leva sulla mancanza di alternativa vigente – “vacatio normativa” – nel momento in cui l’attuale sistema del Rosatellum Bis andrà comunque modificato (servono almeno 2 mesi) dopo la riforma del taglio dei parlamentari. Il Governo voleva così avere un piano “B” e con la spaccatura di ieri questo obiettivo è stato raggiunto: non vi stiamo “perculando”, è andata esattamente così.
LEGGE ELETTORALE, COME FUNZIONA IL “BRESCELLUM”
Se è vero infatti che non è stata raggiunta l’unità massima tra i rappresentanti del Governo in Commissione Affari Costituzionali, è altrettanto vero che si è scelto il “danno minore”, ovvero un sistema di legge elettorale – che verrà nominato “Brescellum” dal nome del relatore Giuseppe Brescia – che miri ad essere discusso in Parlamento come base per la prossima legge elettorale che “contrasti” la richiesta di maggioritario della Lega. «La proposta di legge che verrà depositata domani (oggi, ndr)» ha spiegato Brescia, «sarà improntata ad un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento alta, e con un diritto di tribuna»: e così sarà infatti, dando definitivo addio al sistema “spagnolo” con circoscrizioni piccole e soglie di sbarramento implicite molto alte, anche dell’8%, vista la bocciatura dei renziani di Italia Viva. E così ieri in riunione, tranne LeU che ha votato contro al “Brescellum”, Pd, M5s e Italia Viva si sono trovati concordi nel puntare tutto sul promozionale puro con sbarramento al 5% e “diritto di tribuna”, ovvero per chi non supera il 5% nazionale ci sarà la possibilità, qualora ottenga un quoziente pieno in alcune circoscrizioni (3 o 5, non è ancora definito) e in almeno 2 o 3 regioni, potrà avere alcuni seggi di rappresentanza. “Spaccatura” perché il Governo non trova la quadra per intero, ma con LeU sacrificati il 95% dell’esecutivo Conte-bis trova l’unico accordo finora raggiunto dopo la Manovra. Obiettivo è depotenziare Salvini e il maggioritario e farlo con celerità visto che su tutti gli altri temi della agenda politica – giustizia, concessioni Autostrade, politica estera, Decreto Fiscale – si arriva sempre ad uno scontro finale. Se dunque il Governo dovesse cadere, ipotizzano dem, 5Stelle e renziani, il ‘piano’ di favorire Salvini vedrebbe un ostacolo in un “Brescellum” tutt’altro che maggioritario.