Marita Comi ha affidato ad un pool difensivo il compito di cercare di smentire la tesi accusatoria che ha portato alla condanna all’ergastolo del marito Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. Si tratta di un pool di 13 consulenti che sceglie per ora la riservatezza. Per ora l’unico nome noto è quello di Carlo Infanti, che aveva già collaborato con i famigliari di Bossetti. Il pool sta conducendo un esperimento su cui ha fatto chiarezza “La Vita in Diretta”. Il punto di partenza è il campo di Chignolo, quello dove è stato trovato il cadavere di Yara Gambirasio. I consulenti hanno individuato e scelto un’area il più simile possibile per avviare l’esperimento cominciato lo scorso 26 novembre. Nell’area sono stati posizionati tessuti con tracce abbondanti di Dna e tutto è monitorato da telecamere 24 ore su 24. L’obiettivo è quello di capire se una traccia di Dna può resistere a cielo aperto, agli animali, per 92 giorni. Yara Gambirasio fu trovata infatti tre mesi dopo la sua scomparsa.
MASSIMO BOSSETTI, ESPERIMENTO IN CORSO: I DUBBI SULLA SCIENTIFICITÀ
Secondo gli esperti del pool, l’esperimento sarà elaborato in prova scientifica e pubblicato, ma Valerio Rossi Albertini, fisico del Cnr, a “La Vita in Diretta” esprime le sue perplessità. «Esperimento è qualunque prova si faccia, ma non tutti hanno i crismi della scientificità. Non ne sappiamo molto, ma la prima riflessione è: le condizioni ambientali non possono essere mai le stesse». Inoltre, ha ricordato che nel caso di Yara Gambirasio ha inciso anche l’azione della neve: se la pioggia tende a «diluire», la «neve invece ha coperto e conservato». Ci sono dunque tanti interrogativi sulla scientificità dell’esperimento. Neppure il legale di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, si è sbilanciato. «Non so come sia stata condotta questa attività, ritengo sia molto difficile riprodurre le stesse condizioni, ma non conoscono i termini di questo esperimento». Lui comunque ha sempre contestato il Dna, ribadendo di non ritenere che appartenga al suo assistito: «Noi abbiamo sempre contestato quel Dna, abbiamo evidenziato 261 anomalie e la mancanza del Dna mitocondriale».