Michele Riondino sta per indossare i panni di Davide, grazie alle quattro puntate della fiction La guerra è finita, in onda su Rai 1 a partire dal 13 gennaio 2020. “Il mio Davide è un padre e marito felice che vede la famiglia andare in pezzi a causa delle leggi razziali. Così entra nella Resistenza, cerca disperatamente i suoi cari e presta aiuto ai sopravvissuti”, dice a Sorrisi, parlando dello show che ruoterà attorno al post Seconda Guerra Mondiale, accendendo le luci su un’Italia che cerca di sopravvivere agli orrori del Nazismo. “Ha preteso che guidassimo personalmente i mezzi”, dice invece del regista Michele Soavi e delle difficoltà incontrate durante le riprese, “ma pilotare una vecchia jeep, soprattutto sulle strade emiliane che hanno i fossati ai lati dell’asfalto, è stato a volte rischioso”. Un’altra difficoltà è stato lavorare con bambini di ogni età, una ventina in tutto, capire come trattare certe tematiche così complesse, riuscire al tempo stesso a rimanere lucidi. Per Riondino ancora oggi c’è una grande necessità di parlare di quanto accaduto, spiegare con i fatti che cosa è accaduto. “Si dovrebbe continuare a parlare di Antifascismo, proprio oggi, perché ci vogliono far credere che le idee fasciste possano essere considerate delle opinioni, quando in realtà essere fascista e mettere in atto l’apologia del Fascismo è criminale: lo dice la nostra Costituzione. A maggior ragione oggi, che nel linguaggio social diventa drammaticamente troppo facile imbattersi in considerazioni violente”, dice a Taxi Drivers.
MICHELE RIONDINO NELLA FICTION LA GUERRA È FINITA
Quattro mesi di riprese per Michele Riondino, attore italiano pronto a tornare sul piccolo schermo con La guerra è finita. Nella fiction di Rai 1 lo vedremo in Davide, un personaggio forte dal punto di vista emotivo e forse persino impegnato in una sottile vendetta. “Ho approfondito un aspetto della storia che non conoscevo così bene: le Brigate Ebraiche che hanno deciso di combattere il Nazifascimo con le armi in pugno. Quindi, mi sono informato un po’ sulle azioni e su chi erano questi combattenti”. dice a Taxi Drivers. Il suo Davide infatti sarà un ex ingegnere che ha preso parte alla Resistenza prima di ritornare in Italia e scoprire con i propri occhi che c’è ancora molto da fare, in un Paese ormai quasi deserto. Un personaggio che si avvicina molto anche alla vita privata dell’attore, diventato padre e ormai adulto, forse distante dai tempi del film Compagni di Scuola, anche grazie al percorso intrapreso con Il giovane Montalbano. “Mi ha decisamente dato tante soddisfazioni, anche una certa riconoscibilità. Allo stesso tempo, non riesco a non pensare a una mia vita professionale lontana dalle scene del teatro, per esempio”, dichiara. Il suo ultimo impegno sul palcoscenico però si è già concluso: Il Maestro e Margherita, tratto dal romanzo di Michail Bulgakov.