Strage di Erba: Rosa Bazzi, dalla casa circondariale in cui si trova reclusa per le note vicende di cronaca che hanno coinvolto lei e suo marito Olindo Romano, ha rilasciato a uno dei suoi legali difensori, Diego Soddu, una dichiarazione per i media relativa al suo presunto innamoramento nei confronti di Marco Alberti, detenuto in semilibertà investito e ucciso sulle strisce pedonali a Corsico nelle scorse settimane. Come ha riferito il settimanale “Oggi”, la donna, condannata all’ergastolo, ha asserito che “è tutta una stupidata”, aggiungendo di essere “curiosa di sapere chi mette in giro queste bugie, che servono solo a fare del male alle persone”. Parole alle quali hanno fatto seguito quelle di un altro avvocato di Rosa Bazzi, Fabio Schembri: “Non vorrei che questi pettegolezzi, peraltro falsi, servissero a sviare l’attenzione da fatti ben più importanti, resi pubblici proprio nelle stesse date. Ovvero, per il 3 febbraio è stata finalmente fissata l’udienza in Corte d’Assise a Como per stabilire l’analisi dei reperti rimasti dopo l’illecita distruzione avvenuta ad opera di un cancelliere del tribunale e l’accesso ai server delle intercettazioni, in modo che si possa capire che fine abbiano fatto quelle scomparse della coppia e soprattutto dell’unico testimone Mario Frigerio”.
STRAGE DI ERBA, ROSA BAZZI: CHI ERA MARCO ALBERTI
Condannata all’ergastolo insieme al marito per la strage di Erba, Rosa Bazzi ha seccamente smentito, dunque, le voci sempre più insistenti in merito al suo amore per il veronese Marco Alberti, anch’egli ergastolano (in semilibertà dall’estate scorsa, con obbligo di rientro serale nella casa circondariale) per un omicidio risalente al 1998, nel quale rimase ucciso con tre colpi di pistola il pregiudicato trentino Antonio Panazzo, per il quale Alberti fu accusato di averne bruciato il corpo e occultato i resti in una discarica sotto un cavalcavia insistente sul territorio veronese. L’uomo, deceduto lo scorso 16 dicembre in un terribile incidente stradale, travolto da un’auto guidata da un trentenne mentre percorreva a piedi la statale 494, era titolare di una cooperativa che lavora il cuoio fra le mura del carcere di Bollate, la stessa nella quale spende le sue giornate Rosa. “Ma il lavoro che facevo l’ho scelto perché a propormelo è stato il carcere, non certo per amore”, ha evidenziato la donna. Il settimanale “Giallo”, nelle scorse edizioni, aveva riferito invece che la Bazzi aveva perso la testa per lui, a tal punto da dimenticarsi di suo marito e, alla comunicazione del decesso di Alberti, sarebbe persino sprofondata nella disperazione. Una ricostruzione che non combacia con quanto dichiarato dalla moglie di Olindo Romano, come spiegato a chiare lettere dai suoi avvocati.