Dal 1 gennaio, nel silenzio quasi generale, per ogni richiesta di prestazione sociale in merito all’indicatore Isee, possono scattare controlli sul conto corrente del singolo cittadino: non solo il dato complessivo, ma anche il saldo e le giacenze dei propri conti in banca. Questo è dovuto da una circolare interna dell’Inps – rivelata oggi dal Messaggero – che richiede lo scatto automatico dei controlli sui cittadini che richiedono un Isee – indicatore di situazione economica equivalente – per qualsivoglia prestazione sociale: quando si compone l’Isee, come noto, di fatto si autodichiara il proprio patrimonio personale e familiare. Ecco, dal 1 gennaio 2020, per volere dell’Inps scatterà automaticamente un confronto sui conti corrente a partire dai dati contenuti nell’Anagrafe dei rapporti finanziari gestiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate; non solo, il confronto sarà decisamente più ampio rispetto a quanto succedeva già solo nel 2019. Come spiegano i colleghi del Messaggero, «finora infatti l’incrocio dei dati si limitava ad evidenziare se i conti correnti dichiarati dai residenti corrispondevano a quelli esistenti nell’archivio. Da gennaio invece vengono verificate anche le cifre».
LA CIRCOLARE INTERNA DELL’INPS: COME FUNZIONA
Dal reddito di cittadinanza al bonus bebè, dalla richiesta di borse di studio in Università e a scuola fino alla gratuità delle mense e le stesse rette universitarie: ogni famiglia ben sa che l’Isee spesso è un’operazione necessaria e obbligata per richiedere prestazioni sociali ed eventuali saldi/gratuità per le suddette operazioni. Ora però tale “novità” arriva in una circolare interna all’Inps riferita alla compilazione Dsu (la dichiarazione sostitutiva unica): dal 1 gennaio infatti è possibile per tutti i cittadini ottenere la dichiarazione in modalità precompilata, rendendo attuabile la legge che già la normava nel 2017. È possibile dunque presentare una dichiarazione sostitutiva unica nella quale «accanto ai dati inseriti dal richiedente ci sono quelli caricati automaticamente dall’Inps o dall’Agenzia delle Entrate»; la novità dei controlli “segreti” si unisce alle nuove normative, come spiega la circolare dell’Istituto «a decorrere dal 1° gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti». Sempre l’Inps poi definisce come sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare «viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle Entrate»; finora funzionava solo sulla numerosità dei rapporti finanziari, ma dal 1 gennaio avviene anche su saldi e giacenze. E se dalla verifica venisse fuori che vi è un valore del patrimonio del nucleo familiare non coerente con quanto dichiarato, cosa avverrà? Secondo il Messaggero, citando sempre la circolare Inps, «questa anomalia verrà riportata tra le annotazioni dell’Isee. L’annotazione potrà segnalare a seconda dei casi o il superamento della franchigia stessa oppure il fatto che l’importo effettivo risulta superiore a quello dichiarato per un importo pari o superiore a 5 mila euro».