Si svolgeranno lunedì a Varese, presso la Basilica di San Vittore, i funerali di Pietro Anastasi, indimenticabile e indimenticato campione della Juventus, dell’Inter e della Nazionale. Lo riporta La Gazzetta dello Sport, sottolineando come sia ancora da stabilire l’orario dell’ultimo saluto al centravanti portato via dalla Sla. Nel frattempo da domani mattina alle 10, all’interno della sala comunale Estense, verrà aperta al pubblico la camera ardente: dando modo così ai tanti che ne hanno desiderio di omaggiare “Pietruzzu”, il bomber di Catania che con l’Italia vinse anche l’Europeo del 1968, l’ultimo della nostra Nazionale. E proprio il numero uno del movimento calcistico nostrano, il presidente della FIGC Gravina ha definito Anastasi “una leggenda del calcio italiano, un giocatore straordinario, ma soprattutto una persona di grande spessore stimata e apprezzata da tutti. Pietro Anastasi rimarrà per sempre nei cuori di tutti i tifosi azzurri per la vittoria dell’Europeo del ‘68, protagonista determinante della rinascita del calcio nazionale dopo anni bui“. (agg. di Dario D’Angelo)
PIETRO ANASTASI, LE PAROLE DI ZOFF E MAZZOLA
Mondo del calcio in lutto per la morte di Pietro Anastasi, scomparso ieri all’età di 71 anni. Contattato da La Gazzetta dello Sport, Dino Zoff lo ha ricordato così: : «Ho un ricordo molto presente di Pietro, abbiamo giocato tanti anni assieme vincendo anche l’Europeo del 1968. Era un ragazzo splendido, mi spiace molto per questa notizia. Era un campione amato e apprezzato da tutti i tifosi». Queste, invece, le parole di Sandro Mazzola: «Eravamo molto amici con Pietruzzu, abbiamo giocato assieme all’Inter e a lungo in Nazionale. Ci sentivamo spesso, era un ragazzo molto simpatico che faceva sempre scherzi. Tecnicamente era rapido e svelto, eccezionale in area di rigore». Infine, l’annuncio del sindaco di Catania, Salvo Pogliese: «Anastasi è stato per decenni uno dei simboli di Catania e dell’intraprendenza catanese nell’Italia, un goleador di successo nei campi di calcio e anche fuori, di cui andare fieri e orgogliosi […] A questo importante figlio della nostra terra intitoleremo uno dei campi di calcio comunali». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PIETRO ANASTASI, IL RICORDO DI LUCIANO SPINOSI
Ex centravanti di Juventus e Nazionale, Pietro Anastasi lascia un grande vuoto nel mondo del calcio. L’ex attaccante ha scritto pagine importanti della storia della Vecchia Signora – che lo celebra con un «indimenticabile» – e di lui parlò anche lo scrittore Alessandro Baricco: «Finì per essere il simbolo vivente di un’intera classe sociale: quella di chi lasciava a malincuore il Meridione per andare a guadagnarsi da vivere nelle fabbriche del Nord». Questo, invece, il ricordo di Luciano Spinosi a Radio Sportiva: «Pietro aiutava tutti, si dava da fare. Era un grande giocatore, un grande amico e un grande uomo. Segnava sempre, dovevamo soltanto dargli il pallone. A noi più giovani durante la settimana ci invitava sempre a casa. I tifosi della Juve sono stati sempre molto vicini a lui. Fuori dallo stadio era una grande persona, si fermava con tutti. Anche in Nazionale era una forza». Infine, il saluto su Twitter di Lapo Elkann: «Buon viaggio Anastasi, sarai in buona compagnia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
Buon viaggio Anastasi, sarai in buona compagnia ? #Juventus pic.twitter.com/XTD4tPDTp2
— Lapo Elkann (@lapoelkann_) January 18, 2020
PIETRO ANASTASI MORTO, IL SALUTO DI CLAUDIO MARCHISIO
Sono moltissimi i messaggi di cordoglio sui social in ricordo di Pietro Anastasi, bandiera della Juventus scomparso nella giornata di ieri a 71 anni dopo un tumore. Fra coloro che hanno voluto dedicare un pensiero all’ex bianconero, Claudio Marchisio, storico centrocampista proprio della Vecchia Signora: “Un’icona di un calcio che forse non esiste più – cinguetta su Twitter l’ex Azzurro – Anastasi è stato uno di quei calciatori di cui ti innamoravi dai racconti di tuo padre… e alla fine forse era più bello così. Buon viaggio Pietro”. Così invece Paolo Rossi, altra star del pallone italiano: “Ciao grande Pietro. Grazie per essere stato la mia infanzia, per la nostra amicizia, per quel tuo essere juventino totale. Grazie con tutto il cuore che ho”. Un pensiero infine da parte di Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia: “Addio a Pietro #Anastasi. A lungo nostro ospite. Persona dolce, educata, straordinariamente mite. Lo ricorderemo sempre per quel sorriso così buono che lo rappresentava tanto bene”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PIETRO ANASTASI, MORTO L’EX CALCIATORE DELLA JUVENTUS: AVEVA 71 ANNI
Pietro Anastasi è morto all’età di 71 anni dopo che alla fine del 2018 era stato colpito da un tumore. Conosciuto da molti come il Pelè bianco dopo il ritiro dal calcio giocato e in seguito a una brevissima esperienza da allenatore delle giovanili del Varese era diventato anche assiduo frequentatore dei salotti del calcio anche se negli ultimi anni, proprio per la malattia, lo si vedeva di meno. Persona seria e di grande cuore aveva dimostrato ogni volta di volerci mettere la faccia, soprattutto quando si trattava di difendere quella Juventus che era stato il grande amore della sua vita da calciatore. Sui social network sono già moltissimi gli sportivi che hanno iniziato a ricordarlo anche perché per il nostro calcio fu una vera e propria leggenda.
Pietro Anastasi è morto, la carriera del Pelè bianco
La morte di Pietro Anastasi ci permette di andare a rileggere una bellissima pagina di calcio, quella della sua carriera. Nato a Catania il 7 aprile del 1948 era cresciuto nelle giovanili del San Filippo Neri e del Trinacria. L’esordio arrivò in Serie D con la maglia della Massiminiana, per poi essere portato tra i professionisti al Varese. Fu tra i protagonisti della promozione in Serie A della squadra biancorossa per poi essere acquistato nel 1968 dalla Juventus. È proprio in quell’anno che conquista la nazionale dove giocherà fino al 1975 segnando 8 reti in 25 presenze. In bianconero rimarrà fino al 1976 collezionando 205 presenze, segnando 78 reti. Nell’estate del 1976 arriva lo scambio tra leggende con l’Inter che portava Roberto Boninsegna a vestire la maglia della Juventus. Chiuse la carriera con tre stagioni all’Ascoli e una al Lugano. Era un centravanti vecchia maniera, di quelli che meriterebbero le proiezioni nelle scuole calcio di tutto il mondo.