Marco Omizzolo, giornalista e sociologo da anni in prima linea nel denunciare il caporalato e le condizioni indecenti di vita degli immigrati sfruttati nell’Agro Pontino laziale, sarà questa sera protagonista a “Nuovi Eroi”, il format ideato da Rai 3 e in collaborazione col Quirinale e la Presidenza della Repubblica in cui si raccontano le storie di coraggio di coloro che sono stati insigniti del titolo di Cavalieri dell’Ordine al merito. E nell’appuntamento di oggi, a partire dalle ore 20.25, lo studioso classe 1975 si racconterà partendo dal suo impegno a favore dei braccianti indiani sfruttati e anche delle minacce ricevute per il suo impegno sul campo, tra intimidazioni quali il danneggiamento della sua auto avvenuto nel 2018. Quella non fu certo la prima occasione in cui Omizzolo venne preso di mira, a dimostrazione che con le sue ricerche aveva scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, oltre che un problema di fronte al quale spesso le istituzioni latitano e non vanno mai al di là dei buoni propositi.
MARCO OMIZZOLO, IL SOCIOLOGO IN PRIMA FILA CONTRO IL CAPORALATO
Di recente proprio Omizzolo, nato a Sezze (Latina) e da sempre interessato alle dinamiche socio-economiche che riguardano il proprio territorio, è stato intervistato durante uno dei programmi di approfondimento di Radio Radicale (qui il link del suo intervento integrale) per presentare uno dei suoi ultimi lavori, ovvero il volume “Essere migranti in Italia. Per una sociologia dell’accoglienza” (Meltemi) e che è frutto del suo lavoro che l’ha visto anche infiltrarsi nelle campagne pontine e lavorando lui stesso come bracciante per tre mesi al fianco dei sikh, sotto un caporale indiano e dei padroni italiani e documentando pure il traffico di esseri umani che da tempo è costante tra il Punjab (India) e il nostro Paese. Il ricercatore Eurispes infatti ha parlato di diversi temi, tra nuove mafie in Italia, clandestinità e diritti sociali: “Oggi c’è bisogno di una sociologia dell’accoglienza per molte ragioni, e il libro è stata l’occasione per fare il punto sullo stesso sistema dell’accoglienza da noi”, ricordando che il nostro è il Paese delle contraddizioni e in cui oramai quello stesso principio di accoglienza è stato più volte violato, con decreti e direttive emessi da governi anche di colore politico diverso e che in un certo senso finiscono per favorire il mondo della malavita.