Michele Misseri e Ivano Russo tra i condannati in primo grado nel processo bis per depistaggi ad Avetrana, il caso di cronaca nera che sconvolse l’Italia culminato con la morte di Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto del 2010 dalla cugina Sabrina Misseri e della zia Cosima Serrano. Per parlare delle ultime notizie sul caso è intervenuto nello studio di Quarto Grado, su Rete 4, Claudio Scazzi, fratello di Sarah. Interpellato da Gianluigi Nuzzi su come avesse trovato lo zio Michele, cambiato nell’aspetto (senza baffi e invecchiato) e forse anche nel proprio intimo, Claudio ha detto: “Lo trovo sicuramente provato, è noto che il carcere è difficile, è un’esperienza forte. Non conosco nessuno che dopo il carcere è stato meglio. Queste sono le prime immagini che vedo di Michele: sicuramente la sua adesso è un’immagine di sofferenza”.
CLAUDIO SCAZZI A QUARTO GRADO
Claudio Scazzi ha parlato anche di Ivano, condannato a 5 anni e definito da Nuzzi come il “vero custode del segreto di Avetrana”: “Io penso che all’inizio questa vicenda sia stata sottovalutata. Io stesso quando sono stato chiamato in caserma a Legnano: mi sono state fatte delle domande, in quel momento hai anche paura di tirare in ballo delle persone, perché magari hai solo dell’impressioni. Se Ivano ha detto tutto? Sicuramente sì, ma evidentemente gli inquirenti quando ti facevano delle domande sapevano già la risposta.”. Ad Avetrana in ogni caso manca ancora il movente dell’omicidio, ma Cosima andrà a parlare oppure no? Secondo Claudio: “Ora non penso abbia intenzione. Chissà, in futuro, un ravvedimento…”. Il fratello di Sarah ha commentato anche le parole di Michele Misseri, che ha detto di pregare per Sarah: “Se mi dà fastidio? La religione è libera…Io ho provato a mettermi nei loro panni e non penso sia affatto facile convivere con questo peso”. Claudio Scazzi ha poi aggiunto: “Io stavo a Milano e vedevo mia sorella una volta all’anno, avevamo 10 anni di differenza, io mi informavo telefonicamente. Non penso che Ivano ci stesse provando. Io l’ho conosciuto quell’anno lì, prima non sapevo chi fosse. Da fratello maggiore mi sono interessato di chi frequentasse”.