“Spalle al muro”: la storia del brano
Anastasio porterà “Spalle al muro” di Renato Zero nella serata dedicata ai duetti e alle cover delle canzoni. Il giovane artista nel 2018 partecipa al talent show ” X Factor” in cui si vedrà poi vincitore, dando inizio, così, alla sua carriera da rapper e cantautore. Con “Spalle al muro“, nel 1991 si presentò per la prima volta Renato Zero al Festival, che con l’aiuto di Mariella Nava riuscì ad arrivare al secondo posto nella classifica finale. Il brano, conosciuto anche come “Vecchio”, racconta l’astio dei ragazzi verso le persone più anziane, vicine ormai ai loro ultimi momenti di vita. Il titolo del brano rappresenta l’abbandono dei più giovani verso le persone più grandi ancora prima del loro peggioramento, mettendoli con “Spalle al muro “, in una società egoista e priva di amore verso di loro.
La canzone può essere interpretata anche con una seconda valenza, poiché è possibile collegarla anche al percorso artistico di Renato Zero, che, superati i quarant’anni, l’artista, decise di abbandonare gli abiti e le parrucche di scena, iniziando, così, un nuovo percorso più lucido, semplice ma essenziale; ed è proprio questo il periodo in cui l’artista inizia a pensare che l’industria discografica lo stia lentamente mettendo da parte, proprio come la società fa con le persone più anziane. Renato Zero, quell’anno, non riuscì a vincere la finale per un soffio, ma ottenne l’ovazione di tutto il pubblico per la sua grande interpretazione teatrale e toccante. Standing ovation anche da parte di tutta la giuria, che espresse ammirazione sia per il tema coraggioso e importante, come la vecchiaia, sia per l’interpretazione profonda e superlativa dell’artista. La canzone ebbe un grande successo finendo nell’album ” Prometeo “.
Testo della cover cantata da Anastasio
Spalle al muro,
Quando gli anni, son fucili contro,
Qualche piega, sulla pelle tua,
I pensieri tolgono, il posto alle parole,
Sguardi bassi alla paura, di ritrovarsi soli.
E la curva dei tuoi giorni, non è più in salita,
Scendi piano, dai ricordi in giù,
Lasceranno che i tuoi passi, sembrino più lenti,
Disperatamente al margine, di tutte le correnti.
Vecchio,
Diranno che sei vecchio,
Con tutta quella forza che c’è in te,
Vecchio
Quando non è finita, hai ancora tanta vita,
E l’anima la grida e tu lo sai che c’è.
Ma se Vecchio,
Ti chiameranno vecchio,
E tutta la tua rabbia viene su,
Vecchio, si,
Con quello che hai da dire,
Ma vali quattro lire, dovresti già morire,
Tempo non c’è ne più,
Non te ne danno più …!
E ogni male fa più male,
Tu risparmia il fiato,
Prendi presto, tutto quel che vuoi,
E faranno in modo, che il tuo viso, sembri stanco,
Inesorabilmente più appannato, per ogni pelo bianco.
Vecchio.
Vecchio.