Nuovi aggiornamenti sull’arresto di Gina Cetrone, ex coordinatrice per il Lazio del partito “Cambiamo! Con Toti”. L’ex consigliere regionale è stata accusata di estorsione e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso ed arrivano le prime reazioni dal mondo politico, a partire dall’attacco del Movimento 5 Stelle: «Altro che “CAMBIAMO”, questi del centrodestra non cambiano mai». Accusa pesante che coinvolge tutti i partiti della coalizione, anche se il movimento fondato da Giovanni Toti ha tenuto a precisare che Gina Cetrone «non ha mai ricoperto incarichi nazionali e regionali ma ha semplicemente fornito la propria disponibilità a collaborare sul territorio provinciale di Latina». «In un clima di piena fiducia nell’operato della magistratura, auspichiamo che Gina Cetrone sappia dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati» ha evidenziato “Cambiamo! con Toti”. Ricordiamo che la Cetrone sui social network si è definita membro del coordinamento regionale “Cambiamo! con Toti” e coordinatore provinciale di Latina. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GINA CETRONE ARRESTATA PER ESTORSIONE CON METODI MAFIOSI
Sono cinque le persone arrestate quest’oggi dalla polizia di Latina con l’accusa, a vario titolo, di estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, con l’aggravante del metodo mafioso. Fra le persone coinvolte, come scrive l’edizione online di Repubblica, anche Gina Cetrone, già consigliere regionale del Pdl e coordinatrice lo scorso anno per il Lazio del partito “Cambiamo! con Toti”. Oltre alla Cetrone, arrestati anche Armando detto Lalla’, Gianluca e Samuele Di Silvio e Umberto Pagliaroli, e per tutti il gip di Roma Antonella Minunni, ha disposto la misura cautelare del carcere. Le indagini riguardano dei fatti avvenuti nel secondo trimestre del 2016, e in base a quanto emerso pare che la Cetrone e il marito, Umberto Pagliaroli, avessero chiesto aiuto ai due Di Silvio per riscuotere un credito nei confronti di un imprenditore di origini abruzzesi, riguardante delle forniture di vetro mai pagate.
GINA CETRONE ARRESTATA: LE INDAGNI RIGUARDANTI LE ELEZIONI DEL 2016
L’uomo venne convocato nell’abitazione di Cetrone e Pagliaroli, e dopo le pesanti minacce subite, scrive ancora Repubblica, dal trio Riccardo Agostino, Samuele di Silvio e Gianluca di Silvio, il giorno dopo si recò in banca per effettuare un bonifico di 15.000 euro a favore della ditta Vetritalia srl, riconducibile alla Cetrone e al marito, con l’aggiunta di altri 600 euro. Sempre attraverso indagini accurate si è scoperto come Riccardo Agostino e Renato Pugliese, su mandato di Cetrone e Pagliaroli, costrinsero gli addetti al servizio di affissione dei manifesti elettorali, ad affiggere i manifesti dell’ex consigliere regionale del Pdl, durante le elezioni del 2016, in luoghi precisi di modo che la stessa potesse godere di maggiore visibilità. Si tratta ovviamente di accuse che andranno confermate o smentite dai giudici, e rimaniamo in attesa della replica degli avvocati degli imputati per conoscere l’altra versione dei fatti come è giusto che sia